La Nuova Sardegna

L’allarme

Emergenza siccità, agricoltori allo stremo: «Dopo Covid e rincari, i raccolti sono a rischio»

di Sergio Secci
Emergenza siccità, agricoltori allo stremo: «Dopo Covid e rincari, i raccolti sono a rischio»

Tra Siniscola e Torpè migliaia di aziende in difficoltà

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Torpè Senza pioggia sarà un’estate di restrizioni per gli agricoltori della Baronia che, già da ora, non possono utilizzare la poca acqua dell’invaso del rio Posada per gli orti o irrigare i foraggi. Se non bastasse, anche il maestrale ha reso addirittura più aridi i terreni della piana di Torpè, Posada e Siniscola dove lavorano le aziende ortofrutticole e zootecniche ma anche tantissimi hobbisti che producono verdure e ortaggi per usi familiari.

«La situazione è gravissima – dice Martino Sanna, sindaco del comune di Torpè –. È una situazione senza precedenti, non era mai successo che non si potesse utilizzare l’acqua per fini irrigui prima della stagione estiva. Una situazione che non ha permesso alle aziende agricole di programmare le produzioni estive. Anche chi fa le foraggere si sta trovando in grossa difficoltà. I più fortunati sono quelli che non hanno preparato i terreni, chi era già intervenuto con i mezzi meccanici ci sta già rimettendo di tasca sin da ora. Insomma, quest’anno le produzioni saranno azzerate dalla siccità ma mancheranno anche le foraggere che permettevano di alimentare il bestiame nei mesi invernali», spiega Sanna.

Il futuro, però, è sempre più cupo: «Con i sindaci del comprensorio irrigato dal Maccheronis abbiamo incontrato l’assessore regionale all’Agricoltura a Cagliari e gli abbiamo chiesto di stanziare i i fondi per il ristoro dei danni alle produzioni e venire incontro alla liquidità delle aziende che dovranno, a questo punto, spendere ulteriori risorse per la stagione invernale, vista la mancata produzione di foraggere. Nella riunione si è parlato anche di un possibile collegamento con l’invaso del Liscia e dell’imminente avvio dei lavori di rialzo della diga Maccheronis che a opere ultimate, sempre che piova, consentiranno di invasare oltre 5 milioni di metri cubi in più.

Grave la situazione anche a Siniscola: «Ormai questo è il terzo anno di siccità e le aziende sono in crisi perché sono state debilitate dalla “guerra” per il prezzo del latte, poi dal covid e infine dal conflitto in Ucraina che ha fatto schizzare il prezzo delle materie prime – dice l’allevatore Giovanni Bomboi, che è anche consigliere comunale –.In questo scenario, la diga Maccheronis, nonostante i finanziamenti, non può affrontare una situazione siccitosa per lungo tempo. È questa estate dovremo abbeverare gli animali ma i pozzi sono ormai secchi e non abbiamo la Protezione civile che porta l’acqua in azienda».

A dargli manforte c’è anche il collega Giuseppe Marrante: «Non piove da un anno, non abbiamo una balla di foraggio in magazzino e le fonti sono secche, compresi diversi pozzi artesiani. Nessun anziano ricorda un annata agricola secca come questa. Come ex assessore all’agricoltura di Siniscola – conclude – chiedo alle istituzioni che vengano prese misure adeguate e urgenti che possano dare sollievo alle aziende».

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