La Nuova Sardegna

Sanità

Brotzu: trapiantati in corsia, ma è guerra fredda sui posti letto

di Andrea Massidda
Brotzu: trapiantati in corsia, ma è guerra fredda sui posti letto

Forti contrasti interni sull’Atto aziendale. Martedì incontro tra associazioni e assessore 

14 giugno 2024
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Cagliari Nemmeno il tempo di festeggiare per lo straordinario numero di trapianti di fegato eseguiti in Sardegna (addirittura cinque soltanto nell’ultimo fine settimana: al Brotzu, l’unico presidio dove si fanno interventi di questo tipo, non era mai successo) ed ecco che una sorta di guerra fredda scoppiata all’interno della più grande e importante Azienda sanitaria dell’isola comincia a sortire i suoi effetti nefasti proprio sui pazienti della struttura complessa di Chirurgia epatobiliopancreatica. Alcuni dei quali – almeno sino a ieri pomeriggio – si trovavano ricoverati in corsia, nonostante a pochi metri ci fossero stanze attrezzate con svariati posti letto liberi. Pazzesco.

Fazioni in campo Ma per capire come sia stato possibile arrivare a una situazione al limite del paradosso è necessario innanzitutto conoscere quali fazioni si contrastano in quello che dovrebbe essere tutto fuorché un campo di battaglia: da una parte ci sono la direzione generale e la direzione sanitaria dell’Arnas, che hanno di recente applicato un Atto aziendale evidentemente mal digerito da qualcuno; mentre dall’altra c’è il direttore del reparto di Chirurgia epatobiliopancreatica, Fausto Zamboni, supportato da sei associazioni di volontariato attive per i trapianti, le quali lamentano il ridimensionamento del reparto in questione determinato proprio dalla riorganizzazione voluta dai vertici dell’Azienda sanitaria. E in mezzo, come si diceva, quei degenti loro malgrado relegati in un corridoio dell’ospedale.

Le accuse all’Azienda Ad attaccare l’Arnas senza troppi giri di parole è Giorgio Pavanetto, il nuovo presidente di Prometeo, l’Associazione sarda trapiantati. «I dirigenti del Brotzu – spiega – hanno implementato il ridimensionamento del reparto di Trapianti di fegato e pancreas, un’operazione che noi stiamo contrastando da tempo perché di fatto depotenzia fortemente un presidio d’eccellenza con il rischio che prima o poi possa addirittura chiudere, costringendo i sardi ai viaggi della speranza nel resto d’Italia».

Per questo e anche altri motivi sempre legati alla struttura complessa di Chirurgia epatobiliopancreatica, le associazioni hanno chiesto e ottenuto un incontro con il neo assessore regionale alla Sanità Armando Bartolazzi: l’appuntamento è per martedì prossimo alle 11.30.

La replica dell’Arnas A spiegare le ragioni dell’Azienda di rilievo nazionale e alta specializzazione è il direttore sanitario Raimondo Pinna che, pur elogiando Zamboni per il lavoro svolto, sottolinea come certe affermazioni da parte delle associazioni siano quanto meno ingenerose. «Al contrario di quanto si sostiene – dice – con l’applicazione dell’Atto aziendale si è persino agevolato il reparto: adesso tutte le patologie chirurgiche in urgenza h 24 sono di competenza della struttura complessa di Chirurgia generale e d’urgenza, cosa che alleggerisce il severissimo carico di lavoro che prima era condiviso con la Chirurgia epatobiliopancreatica e dei Trapianti».

Ricoveri in corsia Sin qui, in estrema sintesi, i motivi dello scontro. Tuttavia la domanda rimane: perché se ci sono posti letto liberi i pazienti del settimo piano – cioè quelli del reparto Trapianti – vengono talvolta ricoverati nell’andito? A rispondere, in primis, è ancora il direttore sanitario Pinna. «Il reparto ha già a disposizione i posti letto necessari, ma qualora in un determinato momento questi risultassero insufficienti, il dottor Zamboni non deve far altro che richiederli e gli verranno subito concessi». Dal canto suo, Fausto Zamboni replica così: «Con la riorganizzazione ci sono stati assegnati dieci posti letto e io mi attengo scrupolosamente a questa decisione. L’Azienda conosce la situazione, devono essere i direttori a dirmi di utilizzarne altri, non spetta certo a me richiederli».
 

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