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Il canto dei “Tenores di Orosei” conquista il cuore di Amsterdam

di Luca Urgu

	Sos tenores di Orosei
Sos tenores di Orosei

Viaggio alla scoperta della musica e dell’archeologia dell’isola con il Circolo dei sardi di Arnhem, l’Aitef, la Regione Sardegna e l’Istituto italiano di cultura

19 ottobre 2024
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Orosei Parole e canti nel cuore di Amsterdam. Nei giorni scorsi l’Istituto italiano di cultura della città olandese ha dedicato un evento speciale alla cultura archeologica e musicale della Sardegna. Un appuntamento che ha visto salire in cattedra, l’archeologo Nicola Dessì con le voci di Sos tenores di Orosei. La cultura più importante e più emblematica della Sardegna antica, ovvero quella nuragica, è stata raccontata in tutti i suoi aspetti, poi il momento riservato ai canti millenari dei pastori, riconosciuto anni fa a Parigi dall’Unesco patrimonio immateriale dell’umanità. Partendo proprio dai nuraghi, i suoi monumenti più diffusi e simbolici, spiegati dal punto di vista territoriale e architettonico. Poi, si è passati alla scoperta del mondo funerario con le sue tombe dei giganti e le varie tipologie esistenti. Da queste si è rivolta l’attenzione sulla sfera religiosa, in particolar modo i monumenti dedicati al culto delle acque come i pozzi e le fonti sacre. Il pubblico presente, con rappresentanze di origine sarda, italiana ed olandese ha così avuto modo di scoprire nuovi e curiosi aspetti di questa importante ma ancora poco conosciuta e valorizzata civiltà.

La seconda parte è stata dedicata alla musica con “Sos tenores de Orosei”, quartetto vocale (boghe Francesco Fronteddu, contra Maikol Contu, bassu Pietro Flore e mesu voche Giovanni Rosu), hanno offerto una intensa performance di canti antichissimi le cui sonorità hanno stregato il pubblico che ha applaudito a lungo l’esibizione spesso accompagnata da una piccola introduzione dal frontman Francesco Fronteddu.

«Queste voci sono inconfondibili e così visceralmente radicate nella terra e nello spirito della Sardegna, hanno avuto il potere di rievocare in sala atmosfere di danze, invocazioni e riti provenienti da un passato molto lontano», ha detto l’architetto Andrea Maddalena, presente in sala, che oltre ad aver goduto del concerto ha commentato i contenuti delle relazioni scientifiche ascoltate poco prima. «È stata una vera e propria immersione in una cultura ancestrale che, per chi come me non nativo di questa regione, esercita un magnetismo profondo e richiede a tutti gli effetti di essere compresa, studiata, approfondita in modo ulteriore».

La manifestazione è stata organizzata tra il Circolo dei sardi di Arnhem e l’Aitef (Associazione italiana tutela emigrati e famiglie) con il patrocinio dell’assessorato al Lavoro della Regione Sardegna, il coinvolgimento dell’Istituto italiano di cultura ad Amsterdam che ha messo a disposizione i locali per l’appuntamento dimostrando ancora una volta grande attenzione e sensibilità per questo tipo di attività.

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