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Sanità, divario tra nord e sud dell’isola, dalla Gallura: «Dobbiamo trovare un equilibrio»

di Paolo Ardovino
Sanità, divario tra nord e sud dell’isola, dalla Gallura: «Dobbiamo trovare un equilibrio»

Il vice presidente regionale Meloni: «Problema con un lungo storico alle spalle». Il consigliere Li Gioi (M5S): «Il Mater Olbia deve occuparsi di medicina, non fare solo radiografie»

19 ottobre 2024
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Sassari La eco dell’appello fatto a gran voce dal sindaco di Sassari Giuseppe Mascia è arrivato anche dall’altra sponda del nord. In Gallura gli scompensi sugli investimenti nella Sanità sono clamorosi, se non altro perché a fronte degli ormai celeberrimi 70 euro di spesa ad personam nell’area di Cagliari, a Olbia e dintorni se ne spendono appena 7. I numeri sono quelli del report Fap Acli sulle risorse per i privati convenzionati con le Asl per eseguire visite e abbattere le liste d’attesa.

L’invito è alla politica del nord dell’isola a rimettere i piatti della bilancia sullo stesso piano. Giuseppe Meloni, assessore alla Programmazione e vice presidente della Regione, accetta la sfida: «Bisogna attivare da subito le misure necessarie per cambiare la situazione attuale». La seconda carica regionale garantisce: «Valutiamo come muoverci. Certo, in alcune prestazioni sanitarie lo squilibrio pro capite è evidente».

Meloni si riferisce in particolare al divario di opportunità in ambito di visite specialistiche, «per cui serve mettere i cittadini sardi tutti nelle stesse condizioni». Come? Per l’assessore regionale, che in passato tra le esperienze politiche ha ricoperto la carica di sindaco di Loiri Porto San Paolo dal 2012 al 2017, c’è una tendenza ormai consolidata: «Il nord-est soffre perché il problema è determinato dal fatto che ci si è sempre attestati su uno storico». Cioè: la politica anche in ambito sanitario ha sempre guardato verso il capoluogo. «Ci sono stati tentativi recenti di intervento, ma si è sempre tornati al principio».

Non lo nomina, ma il riferimento chiaro è al dottor Fulvio Moirano, dal 2016 incaricato dalla giunta Pigliaru di unire tutte le aziende sanitarie locali in un’unica Ats, ma il tentativo rimase incompleto e nel 2019 con Solinas presidente rassegnò le dimissioni da direttore generale. I margini d’intervento sui fondi da un anno all’altro sono ridotti a pochi punti percentuali, «è vero, l’intervento sarà graduale. Però se non si imposta un lavoro per un riequilibrio non si potrà mai andare avanti», dice Giuseppe Meloni.

Da Olbia, il consigliere regionale M5S Roberto Li Gioi non è per niente contento della Asl gallurese «che è allo sfascio per una questione personale, non di personale. Mi riferisco alla gestione personalistica del direttore generale Marcello Acciaro». Sul dislivello nei fondi tra Cagliari e nord dell’isola, sbotta: «Tutti i sardi sono cittadini di serie A, questa è una ulteriore mazzata che ci colpisce dalla precedente legislatura». Certo, in Gallura c’è un dato invisibile nelle tabelle. Vale a dire la presenza del Mater Olbia, che compensa le prestazioni private convenzionate. Ma Li Gioi è netto: «Il suo ruolo è offrire chirurgia e medicina di eccellenza per il territorio, se si deve ridurre a fare le radiografie perde completamente la sua funzione».

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