La Nuova Sardegna

Sanità

Turni logoranti e paghe basse, nell’isola infermieri in via d’estinzione

di Claudio Zoccheddu
Turni logoranti e paghe basse, nell’isola infermieri in via d’estinzione

Diego Murracino, Nursing Up: «E la politica pensa ai direttori generali»

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Sassari Un sistema che sembra costruito per arrivare al collasso. Dietro l’obsolescenza programmata della professione infermieristica c’è una lunga scia di errori e di effetti collaterali che hanno trasformato gli infermieri nei panda della sanità, con la differenza che al momento non esiste nemmeno l’ombra di un sistema di tutela.

I motivi che hanno cancellato l’appeal verso una professione sanitaria indispensabile si rincorrono uno con l’altro: stipendi insufficienti per il grado di specializzazione, rapporto numerico con i pazienti drammaticamente basso, turni di lavoro massacranti, pesantissime responsabilità civili in caso di errore e numero di aggressioni da parte dei pazienti in costante aumento. Un mix che ha cancellato il fascino della professione, al punto che ormai è diventata una missione impossibile anche solo occupare tutti i posti disponibili nei corsi universitari.

In Sardegna, poi, la condizioni sono addirittura peggiori perché, secondo il Gimbe, nell’isola ci sono 4,82 infermieri ogni mille abitanti, sotto la media nazionale di 5,06. Secondo i numeri della fondazione, poi, entro il 2030 nell’isola serviranno 1.400 infermieri. Un obiettivo che, a questo punto, sembra irraggiungibile. «Numeri, ognuno dice i suoi – attacca Diego Murracino, segretario regionale del sindacato Nursing Up –. A noi, però, oltre alle uscite per pensionamento preoccupa il fenomeno dell’abbandono di una professione che ormai non è più attrattiva per via delle condizioni di lavoro che sono diventate inaccettabili».

Murracino entra nel dettaglio: «Abbiamo le peggiori condizioni in assoluto, a iniziare dalle paghe, le più basse in Italia. Oggi gli infermieri nell’isola hanno un rapporto con i pazienti di uno a 12. Nel resto d’Italia è di uno a sei. Gli uffici infermieristici non riescono a sostituire gli infermieri che mancano, le condizioni di lavoro peggiorano, i turni si raddoppiano, ci sono cambi continui e orari di lavoro massacranti. Gli infermieri non hanno più una vita extra lavorativa, ci sono sempre più aggressioni da parte dei pazienti esasperati e, oltre a tutto questo, chi sbaglia rischia pesantissimi provvedimenti disciplinari ed è responsabile in sede civile dei suoi errori. Una cosa sacrosanta che dovrebbe essere vincolata alle condizioni di lavoro che però dovrebbero essere quelle previste dalla legge».

Un lungo elenco di problemi che, oltre a svuotare le università, provoca una migrazione senza soluzione di continuità: «Ovvio che si cerchino soluzioni alternative, ricordo a tutti che gli infermieri sono professionisti sanitari laureati con l’obbligo di iscrizione all’ordine professionale, l’assicurazione personale e un piano di aggiornamento obbligatorio. All’estero si guadagna tre o quattro volte di più ma si scappa anche per altri motivi – dice ancora il segretario del Nursing Up –. Molti vanno via per poter avere una vita lontano dal lavoro».

La responsabilità di un sistema che sembra programmato per l’autodistruzione, per Murracino, è chiara: «Non abbiamo visto alcuna azione concreta da parte dell’assessorato regionale, le emergenza che si vivono nei reparti rimangono ma la politica si preoccupa dei nuovi direttori generali e non parla di organici. Tra un paio di mesi ci sarà l’ondata dei turisti e noi siamo allo stremo già oggi. Purtroppo questa situazione peserà come sempre sui cittadini e sui professionisti sanitari, vittime dello stesso sistema».

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