La Nuova Sardegna

Le indagini

Hanno usato esplosivo e armi da guerra: caccia alla banda sarda- LA RICOSTRUZIONE

di Stefano Taglione
Hanno usato esplosivo e armi da guerra: caccia alla banda sarda- LA RICOSTRUZIONE

In azione un commando di almeno 6 persone, i banditi hanno fatto saltare in aria i portavalori. Il bottino: in parte lo hanno perso

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San Vincenzo (Livorno) Hanno usato armi da guerra i malviventi che hanno assaltato i furgoni blindati sul tratto di strada tra Cecina e Grosseto, facendoli esplodere malgrado i dispositivi di ultima generazione. Una rapina preparata nei minimi dettagli su cui proseguono le indagini dei carabinieri di Livorno e Piombino, che continuano ad appellarsi alla popolazione: «Se avete visto qualcosa o siete in possesso di filmati, venite in caserma». Proprio dai video emerge l’accento sardo dei diversi componenti della banda, almeno sei: almeno è ciò che si evince dalle frasi urlate con i kalashnikov in pugno. «Andiamo, andiamo!», e poi ancora: «Tutti ci siamo? Ajò!»: così parlano i banditi nei video catturati da chi in quel momento passava sulla Aurelia. Hanno appena compiuto il colpo e si stanno allontanando tra fiamme, esplosioni e sirene. Per di più, il modus operandi, è simile a quello attuato nel recente passato nell’isola. I militari hanno appurato come i furgoni dati alle fiamme lungo la superstrada per fermare i portavalori fossero stati rubati da un autonoleggio di Castelnuovo Berardenga, nel Senese. Al termine dei rilievi è stato stabilito come sui 4 milioni trasportati ne siano stati rubati circa tre, con una parte delle banconote rimasta fra le lamiere.

«Armi da guerra» Una tratta ormai ritenuta a rischio assalto per i portavalori, quella fra Cecina e Grosseto, al punto che per i viaggi più delicati d’ora in poi Battistolli – l’azienda vittima della rapina di due giorni fa, con le sue cinque guardie giurate grossetane (quattro uomini e una donna) derubate di circa tre milioni sui quattro trasportati – spera nell’aiuto delle forze dell’ordine: «Perché si è alzato il livello dello scontro, i nostri dipendenti non possono fronteggiare bande armate con kalashnikov ed esplosivi», spiega il portavoce della società, Marco Meletti, che nel commentare l’assalto ai soldi delle pensioni da consegnare in Maremma, non usa giri di parole: «Hanno usato armi da guerra – spiega – facendo esplodere i nostri furgoni blindati, che hanno dispositivi di ultima generazione. Con le seghe circolari, per riuscire ad arrivare ai soldi, ci vuole almeno mezz’ora: le forze dell’ordine avrebbero quindi tutto il tempo di intervenire e i congegni di protezione, come lo “spumablock”, entrano in azione, funzionando. Ma in questo caso, con le detonazioni, i parametri sono drammaticamente mutati. Ci auguriamo di poter intensificare la collaborazione con le forze dell’ordine e con i servizi di intelligence, anche in considerazione del fatto che ogni rapina di importi così importanti che va a segno dà soldi e benzina alla criminalità organizzata: è un’emergenza sociale a cui si deve porre un freno».

Appello ai clienti L’azienda, d’ora in avanti, ridurrà il quantitativo dei soldi trasportati. «Con meno denaro – prosegue Meletti – i furgoni sono meno appetibili per la criminalità organizzata, che investe tempo e soldi per mettere a segno certi colpi, con appostamenti e basisti, non parliamo di rapine preparate in poco tempo. I nostri committenti, quindi, dovranno prendere atto del cambiamento». Tradotto: pagare di più. Più trasporti, ognuno con meno denaro, per un servizio giocoforza più caro per la sicurezza di chi lavora e dello stesso bene tutelato. «Così facendo il trasporto sarà più sicuro e ci saranno meno disagi per le persone, visto che ogniqualvolta si verificano gli assalti armati si registrano anche disagi inenarrabili per la popolazione».

Ritrovata un’auto Una delle macchine usate per la fuga, è stata ritrovata abbandonata in un campo nel comune di Castelnuovo Val di Cecina, in provincia di Pisa. Si tratta di un Suv blu, un Volvo CX60. Il commando l’aveva utilizzata per scappare insieme a un’altra Volvo e una Volkswagen Tiguan. 

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