La Nuova Sardegna

L’inchiesta

Lo stupro di Massimiliano Mulas, fermo convalidato dopo la scena muta davanti al gip

di Ilenia Mura
Lo stupro di Massimiliano Mulas, fermo convalidato dopo la scena muta davanti al gip

Pesante accusa: violenza sessuale aggravata su minore. Il suo legale è al lavoro per studiare l’ennesimo procedimento a carico dell’uomo per reati simili

3 MINUTI DI LETTURA





Sassari  Si è avvalso della facoltà di non rispondere. Le accuse sono pesantissime: violenza sessuale aggravata su minore, oltre la violazione di domicilio.

Fermo convalidato per il reato che avrebbe commesso nei confronti di una minore, una bimba di 11 anni, a Mestre. Dopo la scena muta davanti al gip, il 45enne Massimiliano Mulas, residente a Tempio, con una  vita da vagabondo negli ultimi anni, fra Cuneo, Perugia, Torino e Spoleto,   resta nel carcere di Santa Maria Maggiore, a Venezia, dove si trova in isolamento. Il cognome è sardo, ma lui è nato a Bruchsal, Baden-Württemberg, in Germania. Alle spalle una sfilza di procedimenti penali per reati simili. Tutti a sfondo sessuale. Nei confronti del 45enne,  il «profondo sdegno» della comunità veneta è unanime. Difeso dal penalista cagliaritano Ignazio Ballai, Mulas ieri mattina non ha risposto alle domande poste dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Venezia, Alberto Scaramuzza. «La questione è complessa», spiega il legale che lo assiste da quando Mulas scontava una condanna per violenza sessuale nel carcere di Lanusei «sto valutando gli atti e non escludo di chiedere al pm che il mio assistito venga sottoposto a interrogatorio».  Ballai non esclude neppure una perizia psichiatrica.

Le indagini dei carabinieri della Compagnia di Mestre, che lo hanno arrestato la sera del 10 aprile scorso, dopo l’episodio di violenza nei confronti della undicenne, sono in corso. Ma è dalle prime ore del fermo che il quadro sull’accaduto sarebbe apparso subito chiaro agli inquirenti: Mulas avrebbe seguito la bambina, appena uscita dalla palestra, pedinandola per strada, sul tram e fino a casa, dove la bimba è arrivata poco prima dell’ora di cena. La undicenne si era accorta di essere seguita e aveva fatto un pezzo di strada al telefono con un'amica per essere monitorata. L’uomo, una volta oltrepassato il portone, l’avrebbe scaraventata a terra, per poi fuggire dopo la violenza.

E’ stata la madre a chiamare i carabinieri che hanno immediatamente fatto scattare le ricerche. Mentre numerose pattuglie convergevano sul posto, anche i carabinieri non in servizio, quel giorno, hanno pattugliato le strade vicine. A individuare Mulas, il giovane carabiniere Carmine Tondi, 23 anni, da un anno e mezzo in servizio alla stazione dei carabinieri di Mestre. Mulas aveva perso il marsupio, era senza documenti. Il suo atteggiamento sospetto, alla stazione dei treni di Mestre, ha indotto il militare ad avvicinarsi. Una volta chieste le generalità a Mulas, il giovane militare ha avuto conferma si trattasse dell’uomo ricercato per la violenza. 

Il gip ha disposto la misura cautelare in carcere, isolamento e sotto strettissima sorveglianza, come richiesto dal pubblico ministero Anna Andreatta. 

«Orrore, ripugnanza, un misto di impotenza e dolore». Così il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, che durante la domenica delle Palme ha domandato «come è stato possibile quanto accaduto? Se consideriamo i precedenti di chi è accusato di tale nefandezza»

Primo piano
Trasporti aerei

Voli cancellati e orari modificati, la Regione bacchetta Aeroitalia: «Adesso basta»

Le nostre iniziative