La Nuova Sardegna

Sassari

L’idea

Sassari, «Basta slot machine, meglio una libreria», l’iniziativa del Bar Dettori

di Francesco Zizi

	Da sinistra Davide Dettori, il titolare Giuseppe Dettori e Nicola Deliperi. Dietro di loro la cabina telefonica adibita a libreria (foto Mauro Chessa)
Da sinistra Davide Dettori, il titolare Giuseppe Dettori e Nicola Deliperi. Dietro di loro la cabina telefonica adibita a libreria (foto Mauro Chessa)

Il titolare del locale di Sant’Orsola: «Con la cultura abbiamo dato una nuova vita al nostro spazio»

21 ottobre 2024
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Sassari Lo spazio vuoto lasciato dalle slot machine dismesse che viene riempito con la cultura e i libri. Un’iniziativa originale per porre fine alla piaga del gioco d’azzardo nel proprio bar. Un problema sempre più dilagante in tutto il territorio con numeri in continua crescita che mettono, anche chi possiede un locale, davanti a un bivio. Essere parte del problema o investire in soluzioni positive e sostenibili nel tempo?

Giuseppe Dettori, titolare del Bar Dettori che è aperto dal 1998 nel quartiere di Sant’Orsola, ha scelto di dire basta alle slot machine e di investire in un’iniziativa virtuosa e di prospettiva a lungo termine. Una decisione supportata anche dai suoi dipendenti, Davide Dettori, suo figlio, e Nicola Deliperi, figlioccio di Davide.

«Non ne potevamo più – racconta in coro lo staff del locale – il clima stava diventando difficile anche per i clienti che venivano a prendere un semplice caffè o a fare colazione, che si trovavano magari in mezzo a un via vai di persone che entravano nel locale solo ed esclusivamente per giocare». Così, un po’ di tempo fa, Giuseppe decide di liberarsi definitivamente della piaga delle macchinette mangia soldi, non senza però qualche difficoltà: «Abbiamo impiegato circa tre mesi tra quintali di burocrazia, per riuscire a liberarci delle slot machine».

Poi, la svolta: l’idea di riempire una vecchia cabina telefonica, già presente nel locale, di libri.

«Qua si possono trovare opere di ogni tipo, da Gramsci e Berlinguer a libri di poesie e narrativa, ma comunque siamo apolitici. Abbiamo anche fumetti: un sacco di clienti si avvicinano incuriositi alla libreria, e guardando le copertine dei fumetti di Diabolik fanno un viaggio nel tempo ricordando gli anni della loro giovinezza» racconta il titolare. Chiunque ora può prendere un libro in prestito e riportarlo una volta finito di leggere.

«Possiamo anche scambiarli, siamo molto aperti, l’importante è aver eliminato le slot machine e aver riempito quello spazio con la cultura» raccontano Giuseppe e Davide Dettori.

E le reazioni dei clienti non possono che essere positive: «Ci ringraziano, ci dicono che abbiamo fatto bene. Ora c’è un clima disteso e positivo, e oltre alla libreria abbiamo in programma di montare un piccolo palchetto per fare anche musica dal vivo. Inoltre – continua Giuseppe Dettori – partecipiamo attivamente al supporto della squadra di calcio del Sant’Orsola come main sponsor: qui vengono i giovani ragazzi della scuola calcio a bere un’aranciata o una Coca Cola. Per noi alimentare anche le iniziative sportive, allo stesso livello di quelle culturali è importante perché lo sport può offrire modelli di vita positivi, soprattutto per i più piccoli».

Il bar riporta alle atmosfere tipiche di un irish pub di Dublino con delle teche, quasi museali, riempite da pezzi storici, fra cui pagine di giornali di tutto il mondo e oggetti di antiquariato. «Sono tutti pezzi miei – specifica Dettori – così come i libri con cui abbiamo riempito la vecchia cabina telefonica, fanno parte della mia libreria personale, però sono contento di metterli a disposizione di chi passa da qui. Trovo che sia una cosa molto importante mettere a disposizione del prossimo i propri materiali culturali, di qualsiasi tipo essi siano, dai libri ai dischi musicali, è questo il messaggio che vorremmo far passare con la nostra iniziativa» conclude Giuseppe Dettori.

Dentro la cabina telefonica adibita a libreria non ci sono infatti sono libri, ma anche vinili di album storici della musica internazionale che fanno da cornice all’idea virtuosa del bar Dettori, ormai battezzato come un piccolo rifugio di cultura.

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