La Nuova Sardegna

Sassari

La protesta

Sciopero Mondo Convenienza a Sassari: «Basta con i diritti negati»

di Giovanni Bua
Sciopero Mondo Convenienza a Sassari: «Basta con i diritti negati»

La Filcams Cgil contro il lavoro nei festivi. La replica dell’azienda: «Ci adeguiamo alle regole del settore»

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Sassari Alla fine del picchetto di un’ora e mezzo la piccola Greta ha posato le calze piene di carbone di fronte all’ingresso, accompagnata dagli applausi dei di una trentina di manifestanti che poi hanno fatto un simbolico “giro” all’interno del punto vendita. Aperto, come tutte le domeniche dell’anno e buona parte delle festività.

Lo sciopero Ha una forte carica simbolica lo sciopero di ieri 6 gennaio a Mondo Convenienza, a cui hanno partecipato anche alcuni lavoratori di Acqua e Sapone. Non tanto per le adesioni (secondo l’azienda i membri del personale presenti erano solo quattro, secondo i sindacati hanno aderito in una decina) ma per il tema posto, che non smette di fare discutere: il lavoro durante i festivi diventato regola anche per servizi non essenziali come la Gdo (o la vendita, per restare ai manifestanti, di mobilia e prodotti per l’igiene). E soprattutto il diritto dei lavoratori di aderire o meno a tali giornate “speciali” su base volontaria o, almeno, a seguito di una organizzata turnazione.

Diritti negati «Diritto – tuona Maria Teresa Sassu, segretaria generale della Filcams Cgil che ha indetto la manifestazione – che purtroppo per i lavoratori di Mondo Convenienza, e per quelli di Acqua e Sapone, è completamente negato. Di fatto l’azienda continua a imporre il lavoro festivo come obbligatorio, ignorando le richieste di rendere questa scelta facoltativa e utilizzando la minaccia di lettere di contestazione per chi dovesse legittimamente non dare la propria disponibilità alla turnazione nei giorni di festa. E, a differenza di tutti gli altri “player” del settore con i quali di è riusciti ad arrivare a un accordo, rifiuta fermamente di avere qualsiasi relazione sindacale».

Relazioni Difficoltà confermate da Costantino Loi, tra i primi assunti nel 2017 nel colosso del mobile low cost e ora in distacco sindacale nella Filcams: «Solo di recente, dopo anni di mobilitazioni, è stato “concesso” un weekend libero al mese – sottolinea – , un risultato minimo ma significativo, frutto della determinazione e della resistenza dei lavoratori. Che comunque l’azienda ha “donato” ai lavoratori rifiutandosi di collegarlo alla mobilitazione sindacale. Come d’altronde ha sempre fatto. Appena entrato io, allora studente universitario, ho dovuto combattere per il diritto ai permessi per motivi di studio. E li ho ottenuti come concessione. È evidente il tentativo di desindacalizzare i rapporti e ridurre tutto a trattative personali, fatte spesso con dipendenti in evidente stato di debolezza. E per questo lo sciopero di oggi ha enorme valore». «Non sappiamo cosa ci aspetta domani in azienda – racconta Costantino Piu, Rsa del punto vendita che occupa 56 addetti, tra cui 50 venditori – ma certe battaglie vanno combattute, in quattro, in dieci, anche da soli».

La battaglia La mobilitazione rappresenta l'ultimo capitolo di una lunga battaglia che, da oltre due anni e mezzo, vede lavoratrici e lavoratori impegnati in scioperi bianchi nei giorni festivi per rivendicare un diritto fondamentale, parte della rivendicazione della Filcams Cgil che da anni porta avanti in tutta Italia la campagna “La festa non si vende”. «è evidente che la questione tocca più livelli – spiega il segretario confederale della Cgil Massimiliano Muretti –. Quello culturale riguardo il lavoro nei festivi per i servizi non essenziali, in certi casi inspiegabile, come dimostra il piazzale vuoto intorno a noi. Quello squisitamente contrattuale riguardo le garanzie di una turnazione e retribuzione equa di questi festivi, che da obbligo devono essere trasformati in facoltà, E quello relativo al tentativo di desindacalizzare questi grossi gruppi, particolarmente pesante in casi come quello di Mondo Convenzienza. Con i dipendenti che, dal 2017, anno di apertura del punto vendita di Sassari, lamentano una condizione precaria che persiste: part time involontari, inquadramenti contrattuali inadeguati e turni festivi sistematici, con l’obbligo di lavorare tutte le domeniche».

L’azienda Secca la replica dell’azienda, qualche ora dopo la fine della manifestazione: «La nostra azienda si adegua alle regole generali del settore, seguendo i giorni di chiusura in quasi tutte le giornate festive. La maggior parte dei punti vendita, tra cui quello di Sassari, sono rimasti chiusi il 24, 25, 26, 31 dicembre scorso e il 1° gennaio. La nostra azienda cerca sempre, con senso di responsabilità, di conciliare le esigenze dei collaboratori e quelle dei clienti. Le aperture per il negozio di Sassari nei giorni festivi per il 2024 sono state sei: il 6 gennaio, il 25 aprile, il 2 giugno, il 1° novembre, 6 dicembre e l'8 dicembre. Di conseguenza, nessun dipendente si è trovato a lavorare in maniera continuativa durante tutte le festività. Da sottolineare che le nostre scelte in materia di gestione delle festività sono state avallate da recenti orientamenti giurisprudenziali. Sottolineiamo poi il nostro impegno, costante e costruttivo, verso un dialogo con le organizzazioni sindacali. Recentemente ci siamo confrontati con i rappresentanti dei lavoratori e abbiamo già previsto un nuovo incontro entro febbraio 2025, con l'obiettivo di proseguire questo percorso di collaborazione e confronto. E ci impegniamo costantemente a trovare soluzioni condivise che soddisfino sia i dipendenti che l'azienda, favorendo un ambiente sereno e collaborativo».

«Registriamo con favore – chiude ironica Maria Teresa Sassu – la prima nota scritta dell’azienda in anni di relazioni a cui mai è seguito anche un semplice verbale di incontro. Evidentemente i “quattro” lavoratori di Sassari sono riusciti a fare abbastanza rumore da rendere necessaria una replica, seppur lacunosa. Come troppo spesso è accaduto in questi anni di tante parole e nessuna azione».

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