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Sassari, l’esercito degli invisibili: in mille vivono per strada

di Giovanni Bua
Sassari, l’esercito degli invisibili: in mille vivono per strada

Il Comune apre un alloggio ponte per far fronte all’emergenza

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Sassari Un esercito di invisibili: 1099 per l’esattezza. Che si muovono senza dimora nelle strade di Porto Torres, Sorso, Stintino e, principalmente, Sassari. A cui si aggiunge una sempre più estesa area grigia di vulnerabilità estrema: stranieri di passaggio, ex detenuti privi di reti familiari, persone che vivono sulla soglia della povertà assoluta.

Un mondo difficile da intercettare, che spesso sfugge dagli aiuti o che semplicemente non sa come accedervi. E per cui il distretto Plus guidato dal Comune di Sassari sta faticosamente cercando di mettere in campo risposte.

La delibera L’ultima è contenuta in una delibera di giunta presentata dall’assessora ai Diritti sociali, inclusione e pari opportunità Lalla Careddu, approvata nei giorni scorsi che ha dato il via libera alla riapertura di una struttura temporanea di accoglienza notturna nei locali comunali di via Ardara, nel quartiere Monte Rosello.

Lo stabile Lo stabile, già utilizzato nei mesi invernali per il progetto “Emergenza Freddo”, sarà affidato a un ente del Terzo Settore selezionato tramite avviso pubblico.

L’obiettivo è offrire un luogo sicuro dove trascorrere la notte, ricevere assistenza, essere ascoltati. Una risposta immediata in attesa dell’apertura del Centro Servizi “Stazione di Posta”, un progetto strutturato e finanziato dal Pnrr con oltre un milione di euro, che ha l’ambizione di diventare il punto di riferimento cittadino per chi vive in condizioni di grave marginalità e che prevede anche l’avvio di 82 percorsi individualizzati di inclusione. Ma la cui realizzazione ha subito un rallentamento, con un ritardo stimato in circa 24 mesi rispetto ai tempi previsti, a causa di imprevisti nei lavori di ristrutturazione degli immobili destinati ad accoglierlo in via Frassetto e via Duca degli Abruzzi.

Alloggio ponte Nel frattempo, restare fermi non era un’opzione e avrebbe messo a rischio i fondi stanziati. Da qui la decisione di utilizzare via Ardara come “alloggio ponte”: una sistemazione temporanea ma operativa, che consenta di mantenere attivi i servizi essenziali e raggiungere comunque i target previsti dal programma nazionale, che impone la conclusione delle attività entro marzo 2026.

La struttura sarà concessa a titolo gratuito, con il Comune che si farà carico delle utenze e delle spese assicurative, e potrà riconoscere un contributo economico a sostegno delle attività che verranno realizzate, nell’ambito di una co-progettazione con l’ente selezionato. Il tutto avverrà in sinergia con la rete di volontariato e con le realtà sociali del territorio già coinvolte nel percorso. Il nuovo spazio vuole essere più di un rifugio notturno. L’intento dichiarato è quello di attivare percorsi personalizzati di reinclusione, fornire strumenti, relazioni, opportunità. Il disagio abitativo, infatti, è spesso solo l’ultima tappa di un processo più ampio di emarginazione: si arriva in strada per molte ragioni - perdita del lavoro, rottura dei legami familiari, problemi di salute, dipendenze - e da soli è difficile risalire.

Povertà estrema La delibera si inserisce in un quadro più ampio di politiche locali per il contrasto alla povertà estrema, che cercano di coniugare risposte d’emergenza e strategie di lungo periodo. Un lavoro che coinvolge istituzioni, enti del Terzo Settore, operatori sociali e volontari, e che diventa ogni giorno più urgente in una città dove i segnali di disagio abitativo ma soprattutto sociale sono in aumento.

Marginalità Sassari non è un caso isolato. Le grandi città, come i centri medi, stanno registrando un incremento della marginalità urbana. Ma mentre i numeri crescono, i servizi spesso faticano a stare al passo. Per questo, ogni iniziativa che riesce a creare un punto di contatto tra chi ha bisogno e chi può offrire supporto, diventa preziosa. La riapertura di via Ardara è, dunque, un passo necessario. In attesa che il progetto più ampio prenda forma, le porte di questo stabile torneranno ad aprirsi nelle prossime settimane, per accogliere chi non ha un luogo dove andare.
 

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