Incantati da Sassari aprono un bar al centro storico
La storia di Stefano e Valentina: «Abbiamo lasciato Alghero, stare qui è meraviglioso»
Sassari Una vita nel mondo della ristorazione, sempre alle dipendenze di qualcuno - tra stagioni estive e incertezze invernali - poi la scintilla, che scocca prima tra di loro e poi per il centro storico di Sassari.
Un anno fa Stefano Dacrema e Valentina Pinnetta, algheresi trapiantati a Sassari, hanno voluto scommettere su una zona della città, da tempo alla ricerca di una ripresa da quella crisi economica che negli ultimi anni ha svuotato le strade del centro e fatto abbassare tante serrande. È nata così, in largo Porta Nuova con vista sulla storica sede centrale dell’Università, la piccola caffetteria “La figlia del Professore”, un locale che già dalle 6 del mattino inizia a servire i primi caffè.
«Ci siamo innamorati di questa zona della città – raccontano Stefano e Valentina – e dopo aver lasciato Alghero abbiamo deciso di aprire un locale tutto nostro, mettendoci al servizio di questo quartiere, sfruttando la lunga esperienza che abbiamo maturato in tanti anni di stagioni nella Riviera del Corallo». Il piccolo locale, con tavolini all’aperto, ha un nome curioso che riporta ai proprietari delle mura. «Il nome lo hanno dato proprio loro – spiegano Valentina e Stefano – nel ricordo di una figlia del professor Pietro Lai, stimato professore di matematica del Liceo Azuni, scomparsa qualche anno fa. A noi è piaciuto subito – aggiungono – e lo abbiamo mantenuto con grande piacere per il nostro locale». Arredato in stile “industrial vintage” il bar di largo Porta Nuova espone - appese alle pareti - delle antiche stampe originali del giornale satirico “La Voce Universitaria” degli anni Quaranta e Cinquanta, periodo durante il quale il giornale venne più volte censurato. Domenica 27 aprile il baretto spegnerà la prima candelina.
Valentina e Stefano fanno un bilancio del primo anno a Sassari e della vita nel centro storico. «Gli abitanti e frequentatori della zona – spiegano – ci hanno incoraggiato e sostenuto da subito in questa impresa. La scelta di vivere e lavorare qui la rifaremmo 1000 volte, perché è a misura d’uomo, con l’intrecciarsi dei rapporti umani e la comodità di vivere al centro. Abbiamo preso questa decisione anche perché innamorati di quest’angolo di Sassari e del piccolo locale che ci è stato proposto. Speriamo nella riqualificazione della zona e che la nostra apertura possa essere l’input affinché le serrande che si sono viste abbassare si rialzino. Le criticità nel viverci sono la mancanza di illuminazione nello specifico la prima parte di Largo Porta Nuova – aggiungono – che sembra l’ingresso in un posto insicuro. La ripresa di Sassari – concludono Valentina e Stefano – dovrebbe partire dal centro con interventi a sostegno delle attività, come l’esenzione, almeno nei primi anni, di tasse comunali e incentivi per la ristrutturazione delle facciate delle case e farle ripopolare con studenti, docenti e nuove coppie».