Nenè scalpita: «Mi manca il gol»
Mario Frongia
L'attaccante prenota una maglia per la sfida di domenica a Siena
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ASSEMINI. «Il Siena? È una buona squadra, sarà una partita difficile. Ma ce la metteremo tutta». Miguel Anderson da Silva Nenè è carico al punto giusto. Stare fuori per quattro mesi non è facile. L'ex centravanti del Madeira e capocannoniere della Liga portoghese, riparte da zero e con grinta.
«Sono contento di essere andato in panca col Lecce anche se siamo stati sfortunati: hanno fatto due tiri e due gol. Noi abbiamo creato ma non siamo riusciti a segnare». Dai pugliesi al Siena. «Mi sono allenato con intensità. Devo farmi trovare pronto per dare una mano alla squadra» spiega. Ieri, nel test casalingo, l'antipasto. Un tempo targato Brasile: un solo gol, firmato da Thiago Ribeiro. Più una traversa, siglata da Nenè. Ballardini vola basso. Ma un po' di sereno arriva proprio da Nené: «Ho faticato tanto per recuperare. Ma ora l'infortunio (strappo muscolare al bicipite femorale destro, ndr) è in archivio. Stare in tribuna è brutto e triste ma ci tenevo a stare vicino al gruppo. È stata una sofferenza. Ma sono guarito e penso al mio lavoro».
Miguel Anderson è al terzo anno in rossoblù. Trentatré gare e otto reti nel 2009/10 con Allegri e il Milan che, dopo il gran gol firmato dal paulista al connazionale Dida, aveva quasi chiuso con Cellino il trasloco in rossonero. Ventisette presenze e 6 gol l'anno scorso: stagione nera con l'infortunio di Bologna, il 4 marzo. Da lì, un'assenza infinita. Ma Nené non ha mollato. Quest'anno sarebbe dovuto essere lui l'ariete dell'attacco rossoblù orfano di Acquafresca. Ariete e chioccia della pattuglia straniera. Invece, un altro problema muscolare l'ha messo ko dopo 10 partite e un gol. «La presenza in panchina al Sant'Elia col Lecce mi ha dato una grande gioia. È stato un momento bellissimo, spero di avere alte opportunità. Ma adesso, deve pensare a far bene e recuperare al cento per cento». La forza di chi viene da un menù comprendente palestra, terapie e allenamenti specifici. L'Atleta di Cristo - la stessa comunità religiosa seguita da Kakà - è fiducioso. Classe '83, nato il 28 luglio - come il presidente Cellino: «Nené è forte, poi, chi compie gli anni assieme a me, non può fallire» ha spesso scherzato il patron - è atteso dai tifosi. Che si chiedono se ricorda come si segna. «Non scherziamo. Fare gol per una punta è il massimo. Tranquilli - ironizza - ricordo bene come si fa».
La convinzione utile per sfidare il Siena di Sannino. «Ho un tempo sulle gambe, mi manca il ritmo, ma il lavoro con la squadra va sempre meglio anche se non posso sforzare eccessivamente per evitare rischi». Nel test di ieri, oltre alla girata di testa che si è stampata tra palo e traversa, Nené ha mostrato forza e potenza. Due suoi tiri dalla distanza a fil di palo, hanno strappato una smorfia positiva a Ballardini. E il bomber: «Spero che in partita vada meglio, non voglio sbagliare». Il Siena è avvisato.
«Sono contento di essere andato in panca col Lecce anche se siamo stati sfortunati: hanno fatto due tiri e due gol. Noi abbiamo creato ma non siamo riusciti a segnare». Dai pugliesi al Siena. «Mi sono allenato con intensità. Devo farmi trovare pronto per dare una mano alla squadra» spiega. Ieri, nel test casalingo, l'antipasto. Un tempo targato Brasile: un solo gol, firmato da Thiago Ribeiro. Più una traversa, siglata da Nenè. Ballardini vola basso. Ma un po' di sereno arriva proprio da Nené: «Ho faticato tanto per recuperare. Ma ora l'infortunio (strappo muscolare al bicipite femorale destro, ndr) è in archivio. Stare in tribuna è brutto e triste ma ci tenevo a stare vicino al gruppo. È stata una sofferenza. Ma sono guarito e penso al mio lavoro».
Miguel Anderson è al terzo anno in rossoblù. Trentatré gare e otto reti nel 2009/10 con Allegri e il Milan che, dopo il gran gol firmato dal paulista al connazionale Dida, aveva quasi chiuso con Cellino il trasloco in rossonero. Ventisette presenze e 6 gol l'anno scorso: stagione nera con l'infortunio di Bologna, il 4 marzo. Da lì, un'assenza infinita. Ma Nené non ha mollato. Quest'anno sarebbe dovuto essere lui l'ariete dell'attacco rossoblù orfano di Acquafresca. Ariete e chioccia della pattuglia straniera. Invece, un altro problema muscolare l'ha messo ko dopo 10 partite e un gol. «La presenza in panchina al Sant'Elia col Lecce mi ha dato una grande gioia. È stato un momento bellissimo, spero di avere alte opportunità. Ma adesso, deve pensare a far bene e recuperare al cento per cento». La forza di chi viene da un menù comprendente palestra, terapie e allenamenti specifici. L'Atleta di Cristo - la stessa comunità religiosa seguita da Kakà - è fiducioso. Classe '83, nato il 28 luglio - come il presidente Cellino: «Nené è forte, poi, chi compie gli anni assieme a me, non può fallire» ha spesso scherzato il patron - è atteso dai tifosi. Che si chiedono se ricorda come si segna. «Non scherziamo. Fare gol per una punta è il massimo. Tranquilli - ironizza - ricordo bene come si fa».
La convinzione utile per sfidare il Siena di Sannino. «Ho un tempo sulle gambe, mi manca il ritmo, ma il lavoro con la squadra va sempre meglio anche se non posso sforzare eccessivamente per evitare rischi». Nel test di ieri, oltre alla girata di testa che si è stampata tra palo e traversa, Nené ha mostrato forza e potenza. Due suoi tiri dalla distanza a fil di palo, hanno strappato una smorfia positiva a Ballardini. E il bomber: «Spero che in partita vada meglio, non voglio sbagliare». Il Siena è avvisato.