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Disastro Cagliari, il Chievo brinda

di Roberto Muretto
Disastro Cagliari, il Chievo brinda

Seconda sconfitta di fila in casa per i rossoblù che chiudono in dieci: espulso Pisacane

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INVIATO A CAGLIARI. Buio pesto in casa Cagliari. Altro che "fortino", la Sardegna Arena è diventata terreno di conquista. Dopo il Sassuolo, anche il Chievo brinda nel nuovo stadio del Cagliari che esce a pezzi dalla sfida di ieri. Un disastro, dal primo all'ultimo minuto. Una squadra allo sbando, senza uno straccio di idea, dominata da un avversario che non ha fatto una super partita, si è limitato a bloccare le fonti di gioco dei sardi (JoaoPedro inesistente), ripartendo in velocità, trovando terreno fertile in una difesa molle e un centrocampo sfilacciato. Il 2-0 ci sta tutto. I gol di Inglese e Stepinski nella ripresa hanno messo in ginocchio la formazione di casa che ha evidenziato limiti preoccupanti in tutti i reparti. Se anche Barella (centrale non è il suo ruolo, sbagliata la scelta di Rastelli) e Joao Pedro toppano diventa notte fonda. Forse la vittoria sul campo della Spal aveva illuso qualcuno, ora si torna con i piedi per terra perchè ieri sono emerse impietosamente tutte le perplessità che la gara di mercoledì aveva evidenziato. Drammi? Non è il caso di farne, però, per favore, non si parli di stanchezza perchè siamo solo alla sesta giornata e la stagione è appena cominciata.

Cinquina. Stanchezza e infortuni costringono Rastelli a cambiare diversi giocatori rispetto alla gara col Sassuolo. Sono cinque i "volti nuovi" nell'undici di partenza. Due novità in difesa: Andreolli centrale e Miangue (è la prima da titolare per il belga) a sinistra. Barella viene schierato davanti alla difesa (il tecnico concede un turno di riposo a Cigarini), Dessena e Ionita sono gli esterni. Joao Pedro è il supporto della coppia d'attacco Sau-Giannetti. Anche per quest'ultimo è la prima dall'inizio. Nel Chievo, rispetto alla squadra annunciata c'è una sola novità: Rigoni viene preferito ad Hetemaj, Birsa si piazza dietro le punte Pucciarelli e Inglese.

Poche idee. Il Cagliari fa una faticaccia a costruire. Non è semplice fare breccia nelle maglie di un Chievo ben disposto in campo (il modulo è speculare a quello dei rossoblù), che conquista palla e riparte. Birsa limita il raggio d’azione di Barella, la manovra è compassata, troppo prevedibile, le corsie vengono sfruttate pochissimo, per i clivensi è troppo facile controllare i timidissimi tentativi degli avversari. Nella prima mezz'ora è una gara da sbadigli. Miangue la fase difensiva non riesce a metabolizzarla ma è tutta la squadra che non riesce ad esprimersi, fare tre passaggi di fila è complicatissimo. Pisacane evita sulla linea il vantaggio del Chievo che ha capito di poter osare e nel finale di tempo ci prova con più convinzione.

Doccia gelata. L'allenatore del Cagliari capisce che servono idee in mezzo al campo e decide di inserire Cigarini, lasciando nello spogliatoio uno spento Dessena. Barella torna a sinistra, il nuovo entrato, controllato a vista da Birsa, è il riferimento in mezzo al campo. La musica non cambia, anzi la partita diventa in salita perchè Inglese la sblocca (di testa) sfruttando un cross di Cacciatore. Per i rossoblù è un momento durissimo, la "Sardegna Arena" fa sentire il suo calore. Il Cagliari ha un sussulto, come se avesse ricevuto una scossa ma è solo un fuoco di paglia. In campo anche Faragò, fuori Padoin. Infine Rastelli manda dentro anche Cossu (applauditissimo) per Barella.

Disperazione. E' questa la forza che tiene in piedi il Cagliari nella parte finale. I rossoblù sono generosi, ci provano in tutti i modi a tornare a galla. Un diagonale di Sau si spegne fuori di poco. La frittata è completa quando il Cagliari in possesso palla riesce a sbagliare un passaggio elementare innescando Pucciarelli. Pisacane entra scompostamente e si becca il secondo giallo. Sotto di un gol e di un uomo, con le forze al lumicino, per il Chievo è una formalità portare a casa il risultato che diventa più rotondo nel finale con il gol di Stepinski. Arriva la seconda sconfitta di fila in casa, la quarta in sei partite. Non è solo un problema fisico, è una scusa che non regge. Dire che il Cagliari è in crisi non è immaginazione ma realtà.

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