Sergio Massidda da Ghilarza a Parigi: «Solleverò la Francia, promesso»
L’atleta, 22 anni, vice campione del mondo di sollevamento pesi, è alla sua prima Olimpiade: «Devo battere i cinesi, che sono i più forti. Vedranno di che pasta è fatto un sardo»
Sergio Massidda, 22 anni compiuti a gennaio, nato a Ghilarza, è l’atleta del momento, fresco argento alla Coppa del Mondo di sollevamento pesi, a Phuket. Quella thailandese era l’ultima fermata del percorso di qualificazione alle Olimpiadi di Parigi. Sergio, in virtù dei 302 chili (137 nello strappo e 165 nello slancio) sollevati lo scorso settembre ai Mondiali di Riyadh, in Arabia Saudita, si è piazzato al terzo posto nel ranking olimpico dei -61 kg, conquistando così uno dei pass individuali riservati ai dieci migliori atleti della propria categoria di peso.
Complimenti, ha già fatto il biglietto per Parigi?
«Non vedo l’ora di salire in pedana, il 7 agosto, sarò il più giovane in gara. Chi temo di più? Non temo nessuno. Vado a Parigi per battere i cinesi che al momento sono i più forti».
Due volte campione del mondo nel 2019 a soli 17 anni, Youth e Junior, due volte campione europeo juniores, vicecampione del mondo in carica, dove vuole arrivare?
«A Parigi, appunto. Le Olimpiadi sono sempre state il mio sogno. Cercherò di fare la gara della vita e tornerò con una medaglia, è una promessa».
Come fa un ragazzo di 60 chili e spiccioli a sollevare più di 300 chili? Un peso impensabile per una persona normale.
«È tutta una questione di tecnica ma soprattutto di testa. La testa è più importante dei muscoli. Sulla pedana devi essere carico al massimo, ti giochi tutto in un attimo».
Cosa ne pensa della figura del mental coach?
«Per il nostro sport è fondamentale, conta più la concentrazione della forza. Ci segue uno psicologo della Federazione, un incontro a settimana, per me è uno dei momenti più attesi, mi ha aiutato a maturare».
Lei si è trasferito giovanissimo da Ghilarza a Roma per allenarsi con la Nazionale.
«Mia mamma era preoccupata solo per lo studio. A Roma mi sono diplomato e ora posso pensare solo allo sport, la mia passione».
Ha sempre voluto fare l’atleta?
«È capitato tutto per caso. Devo ringraziare il direttore tecnico della Nazionale Sebastiano Corbu. È lui che mi ha scoperto, a Uri, mentre facevo una gara di crossfit. Mi ha detto “bravo continua ad allenarti”. Dopo un anno mi ha convocato a Roma, nella nazionale. Gli devo tutto. Ora è strafelice di portarmi a Parigi, non lo deluderò».
Lei è la prova che i ragazzi possono fare grandi cose.
«In Nazionale siamo un bel gruppo, Mirko Zanni, Nino Pizzolato, Giulia Imperio, Lucrezia Magistris. A Tokyo Pizzolato, Zanni e Giulia Bordignon hanno fatto la storia, ora ci riproviamo a Parigi».
Qual è la routine di un sollevatore?
«Allenamenti quotidiani, mattina e pomeriggio, solo un giorno di riposo. Tanti squat, stacchi e tantissimo allungamento. L’elasticità è un requisito fondamentale altrimenti si rischiano gli infortuni».
Capitolo alimentazione. Segue una dieta?
«Sono perennemente a dieta, mi segue un nutrizionista che comunque non mi fa patire la fame. Tantissime proteine, pesce, carne e uova, suddivise in 5 pasti, spuntini compresi. E poi una spolverata di polvere proteica».
Da qui a Parigi deve perdere qualche chilo per rientrare nella categoria dei -61 kg.
«In Thailandia ho gareggiato nella categoria dei 67 chili, per Parigi dovrò perderne tre ma non è un dramma».
Ha già iniziato la preparazione in vista dei Giochi?
«Ora sono a Ghilarza per una breve vacanza, sono venuto a trovare la mia famiglia e la mia ragazza».
Verranno con lei a Parigi?
«Certo, ho già avuto i biglietti, mamma e papà sono al settimo cielo».
Il presidente del Coni Giovanni Malagò ha detto che lei sarà protagonista dei Giochi olimpici 2024.
«Una bella responsabilità, incrociamo le dita».