La mattanza di Carloforte premiata a Venezia
Simone Repetto
Alla Mostra del cinema riconoscimento Siae per il docufilm “As if we are tuna” di Francesco Zizola
19 settembre 2018
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PORTOSCUSO. Le tonnare del Sulcis hanno conquistato le luci della ribalta all’ultima Mostra di arte cinematografica a Venezia. Con un cortometraggio che ha ricevuto il Premio Siae nella sezione indipendente delle Giornate degli Autori. Si tratta del fotoreporter internazionale Francesco Zizola, all’esordio nel ruolo di regista col suo “As if we were tuna”, corto di venti minuti che descrive la pesca del tonno rosso nella tonnara di Porto Paglia, una delle tre tonnare ancora attive nel Mediterraneo. Il Premio Siae, ogni anno è assegnato ad un autore italiano che si segnala come talento creativo, quello che a permesso a Zizola di essere menzionato «per un linguaggio visuale di grande intensità, l’abilità con cui ha utilizzato il suono e l'immagine in un atto senza parole, che rimanda alla tradizione classica e suona, al contempo, ammonimento per l’uomo contemporaneo a contatto con la natura e le sue radici».
Zizola conclude così un lavoro complesso, che l’ha visto seguire da vicino le ultime stagioni di tonnara sopra e sotto il mare, per raccontare, con la sua macchina da presa, l’antico rito della mattanza che sopravvive ancora oggi tra Portoscuso e Carloforte. Dopo aver allestito nel 2017 una mostra fotografica in bianco e nero sul tema, che ha riscosso grandi consensi, quest’anno ha messo insieme le riprese effettuate per costruire un video che racconta sapientemente la pesca nelle sue fasi più importanti. Come suggerisce il titolo, quasi sovrapponendo lo sguardo e il pensiero umano a quello del pesce che sta morendo durante la mattanza. Con frame esplicativi, in cui appare nella sua tragica essenza il confronto aspro fra l’essere umano e la natura, l’alternarsi di momenti di calma apparente alla concitazione estrema, seguendo da vicino il destino del Thunnus thynnus, da quando nuota maestoso nel blu a quando è intrappolato nella «camera della morte» e viene issato nelle stive delle “bastarde”, tra le urla dei tonnarotti, mentre le acque si tingono di rosso cremisi e la mattanza si compie.
«È stata una bellissima emozione ricevere il premio come talento creativo, che ha riguardato un progetto amato e durato un lustro», ha detto Zizola, ora impegnato a promuovere il documentario in giro per l'Italia in festival dedicati, come al recente Salina Doc Fest.
Zizola conclude così un lavoro complesso, che l’ha visto seguire da vicino le ultime stagioni di tonnara sopra e sotto il mare, per raccontare, con la sua macchina da presa, l’antico rito della mattanza che sopravvive ancora oggi tra Portoscuso e Carloforte. Dopo aver allestito nel 2017 una mostra fotografica in bianco e nero sul tema, che ha riscosso grandi consensi, quest’anno ha messo insieme le riprese effettuate per costruire un video che racconta sapientemente la pesca nelle sue fasi più importanti. Come suggerisce il titolo, quasi sovrapponendo lo sguardo e il pensiero umano a quello del pesce che sta morendo durante la mattanza. Con frame esplicativi, in cui appare nella sua tragica essenza il confronto aspro fra l’essere umano e la natura, l’alternarsi di momenti di calma apparente alla concitazione estrema, seguendo da vicino il destino del Thunnus thynnus, da quando nuota maestoso nel blu a quando è intrappolato nella «camera della morte» e viene issato nelle stive delle “bastarde”, tra le urla dei tonnarotti, mentre le acque si tingono di rosso cremisi e la mattanza si compie.
«È stata una bellissima emozione ricevere il premio come talento creativo, che ha riguardato un progetto amato e durato un lustro», ha detto Zizola, ora impegnato a promuovere il documentario in giro per l'Italia in festival dedicati, come al recente Salina Doc Fest.