REBECCU
Arte e cinema per risvegliare il borgo addormentato
Sarà il borgo addormentato di Rebeccu, l’antico villaggio disabitato alle porte di Bonorva, ad ospitare il festival “MusaMadre-Visioni/Corpi/Suoni”. Ad aprire il palco del festival un’anteprima...
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Sarà il borgo addormentato di Rebeccu, l’antico villaggio disabitato alle porte di Bonorva, ad ospitare il festival “MusaMadre-Visioni/Corpi/Suoni”. Ad aprire il palco del festival un’anteprima speciale: domani alle 20 il borgo sarà la scenografia per le ultime riprese del cortometraggio “Argia” di Antonio Marras. Film all’interno del progetto internazionale “Amina-Anima(Soul)”, diretto da Valeria Orani, stessa direttrice artistica che firma il festival di Rebeccu, evento organizzato dall’Associazione Enti Locali per gli Spettacoli, che sarà in scena da domani al 5 settembre. Progetto per riportare in vita Rebeccu «far diventare il villaggio un teatro naturale di storie e racconti – spiegano gli organizzatori –, ogni sera, all’ora del tramonto, si rivivrà l’incanto di un “Nuovo cinema paradiso” con proiezioni di film, incontri con artisti e attori a dialogare sotto le stelle e dedicato alla promozione della Sardegna attraverso la visione delle arti contemporanee».
La grande attesa è per la serata di domani, quando si scoprirà cosa il multiforme spirito creativo di Antonio Marras – che firma anche l’immagine della locandina di MusaMadre Festival – realizzerà nell’antico borgo. L’unica notizia trapelata è su un’installazione site-specific dedicata ad “Amina” e ispirata ad “Argia”, la coreografia nata come uno dei quadri di “Mio Cuore io sto soffrendo, cosa posso fare per te?” spettacolo teatrale di Marras. Oltre agli artisti originariamente coinvolti nella coreografia diretta da Marco Angelilli, coi danzatori Vincenzo Puxeddu e Francesco Marilungo, la performance coinvolgerà la comunità di Bonorva, assieme all’artista Maurizio Rippa, la musicista Adele Madau e la voce di Elena Ledda.
«Un tassello di un progetto che è diventato più vasto – spiega Antonio Marras – l’attrice Iaia Forte è stata nostra ospite ad Alghero, le ho fatto vedere lo story board con le prime idee. Molti disegni e poche parole, tutto nato per girare un corto. Ma Iaia senza esitazione mi ha consigliato di sviluppare queste prime bozze e farle diventare un lungometraggio. Tutto il resto è nato col gruppo di folli che ha scelto di seguire le mie follie».
Riabitare per rinascere, sembrano queste le parole chiave e l’intento del festival come spiega la direttrice artistica Valeria Orani: «riabitare luoghi abbandonati non solo concretamente ma anche metaforicamente, se riferiti all’isolamento a cui la pandemia ci ha costretto. Una dieci giorni legata alla simbologia e alle vibrazioni che questa terra è in grado di esercitare. Un appuntamento decisamente femminile, perché la Sardegna è un organismo vivo che genera e rigenera: un’isola ispiratrice d’arte pura, Madre e Musa appunto, capace di energie positive che esercita grazie ai suoi figli sparsi nel mondo, legati tra loro da un amore spesso amplificato dalla distanza – conclude Orani –. Un’idea che nasce dall’istinto di generare vita e che intende creare nuove comunità». Dopo l’anteprima tra il 30 agosto e il 5 settembre una lunga serie di incontri animeranno il borgo di Rebeccu con proiezioni, incontri, aperitivi e cineconcerti. Nella dieci giorni anche diversi appuntamenti di arte performativa che si svolgeranno sia a Rebeccu, sia nelle zone del Vulcano Spento di Ittireddu e nei pressi del Nuraghe di Santu Antine a Torralba, con la performance “Soul of Objects” della violinista Adele Madau; la lettura di “Frankenstein” interpretata da Cristina Donadio; il cineconcerto ideato e diretto da Cosimo Terlizzi “Non troverete nulla di me in questo film”, con Fiorenza Menni alla voce e le sonorizzazioni dal vivo di Luca Maria Baldini realizzato sulla proiezione di “Cenere” film del 1916, tratto dal romanzo di Grazia Deledda e interpretato da Eleonora Duse. A ricamare il filo narrativo l’attrice Tamara Bartolini, capace di captare le storie e farle diventare racconti.
La grande attesa è per la serata di domani, quando si scoprirà cosa il multiforme spirito creativo di Antonio Marras – che firma anche l’immagine della locandina di MusaMadre Festival – realizzerà nell’antico borgo. L’unica notizia trapelata è su un’installazione site-specific dedicata ad “Amina” e ispirata ad “Argia”, la coreografia nata come uno dei quadri di “Mio Cuore io sto soffrendo, cosa posso fare per te?” spettacolo teatrale di Marras. Oltre agli artisti originariamente coinvolti nella coreografia diretta da Marco Angelilli, coi danzatori Vincenzo Puxeddu e Francesco Marilungo, la performance coinvolgerà la comunità di Bonorva, assieme all’artista Maurizio Rippa, la musicista Adele Madau e la voce di Elena Ledda.
«Un tassello di un progetto che è diventato più vasto – spiega Antonio Marras – l’attrice Iaia Forte è stata nostra ospite ad Alghero, le ho fatto vedere lo story board con le prime idee. Molti disegni e poche parole, tutto nato per girare un corto. Ma Iaia senza esitazione mi ha consigliato di sviluppare queste prime bozze e farle diventare un lungometraggio. Tutto il resto è nato col gruppo di folli che ha scelto di seguire le mie follie».
Riabitare per rinascere, sembrano queste le parole chiave e l’intento del festival come spiega la direttrice artistica Valeria Orani: «riabitare luoghi abbandonati non solo concretamente ma anche metaforicamente, se riferiti all’isolamento a cui la pandemia ci ha costretto. Una dieci giorni legata alla simbologia e alle vibrazioni che questa terra è in grado di esercitare. Un appuntamento decisamente femminile, perché la Sardegna è un organismo vivo che genera e rigenera: un’isola ispiratrice d’arte pura, Madre e Musa appunto, capace di energie positive che esercita grazie ai suoi figli sparsi nel mondo, legati tra loro da un amore spesso amplificato dalla distanza – conclude Orani –. Un’idea che nasce dall’istinto di generare vita e che intende creare nuove comunità». Dopo l’anteprima tra il 30 agosto e il 5 settembre una lunga serie di incontri animeranno il borgo di Rebeccu con proiezioni, incontri, aperitivi e cineconcerti. Nella dieci giorni anche diversi appuntamenti di arte performativa che si svolgeranno sia a Rebeccu, sia nelle zone del Vulcano Spento di Ittireddu e nei pressi del Nuraghe di Santu Antine a Torralba, con la performance “Soul of Objects” della violinista Adele Madau; la lettura di “Frankenstein” interpretata da Cristina Donadio; il cineconcerto ideato e diretto da Cosimo Terlizzi “Non troverete nulla di me in questo film”, con Fiorenza Menni alla voce e le sonorizzazioni dal vivo di Luca Maria Baldini realizzato sulla proiezione di “Cenere” film del 1916, tratto dal romanzo di Grazia Deledda e interpretato da Eleonora Duse. A ricamare il filo narrativo l’attrice Tamara Bartolini, capace di captare le storie e farle diventare racconti.