Gli Istentales 30 anni dopo: «Ma siamo sempre con voi»
In arrivo per la band nuorese un nuovo disco live, un libro e un tou
Trent’anni di storia e di canzoni. È una lunga strada quella percorsa dagli Istentales, pionieri duri e puri dell’etno rock in salsa sarda. Una strada che, partendo da Nuoro, ha attraversato tutte le piazze dell’isola in una sorta di neverending tour scandito da feste paesane, interminabili spuntini in campagna e concerti davanti a migliaia di fan. I ragazzi di Badde Manna oggi sono irriducibili cinquantenni con qualche acciacco e i capelli bianchi, ma la loro stella splende sempre in cielo.
Così per il trentesimo compleanno si sono regalati un nuovo disco (“30 anni sempre con voi”), un libro e un tour. Il disco, in uscita a fine aprile, è un live dei concerti registrati nel tour 2024 con pezzi storici del gruppo in collaborazione (in 4 brani) con Elio delle storie tese, il Tenores di Neoneli e le launeddas di Matteo Muscas. Tredici tracce con una formazione allargata (Gigi Sanna alla chitarra e voce, Luca Floris alla batteria, Sandro Canova al basso, Francesco Caboni e Francesco Lai alle chitarre, Tonino Maccari alle tastiere, Mattia Mulas fonico e Pier Sini light design).
Nel disco c’è un omaggio a Pierangelo Bertoli con il brano “A muso duro” cantata insieme a Elio delle Storie tese, che per l'occasione si cimenta in un brano storico della sua band (“Shpalman”) cantato in sardo con il testo di Tonino Cau del Tenore di Neoneli. La storia degli Istentales è un romanzo popolare che attraversa le cose della vita in Sardegna, raccontate con la chitarra in mano. Partiti da un’azienda agricola nelle campagne di Nuoro, da un'intuizione del loro cantante Gigi Sanna – uno che come lo guardi capisci subito come e perché è diventato la mente del gruppo – non si sono più fermati. Era il 1995, il mese di marzo, il nucleo storico era composto da Gigi Sanna, Luca Floris alla batteria, Sandro Canova al basso e Luciano Pigliaru alla chitarra. Tante idee, un solo obiettivo: diventare la prima band agro-pastorale dell'isola, intercettando un sentimento diffuso nel mondo delle campagne e nella Sardegna delle zone interne, sicuramente resistente ma affascinata dalle luci della ribalta. Il primo concerto è a Lula, il 14 agosto del 1995 e lo stesso anno vede la luce anche il primo disco, “Istentales”, la stella della costellazione di Orione, usata in antichità da pastori e contadini come punto di riferimento per semine e raccolti.
È la prima stella che vediamo al tramonto e l'ultima che sparisce all'alba. Da quel momento la band viaggia a tappe forzate, una lunga marcia scandita da 17 album, concerti evento con il brand originale “Voci di maggio”, collaborazioni con molti big della musica italiana (Vecchioni, Bertoli, Finardi, Elio, Tullio De Piscopo, Cristiano De Andrè). Una scalata musicale irresistibile segnata anche da quell’impegno sociale che ha sempre caratterizzato il gruppo nuorese. Un episodio su tutti, forse il momento più alto nella storia del gruppo: Nel 2017 la carovana degli Istentales, con al seguito mille pecore, partiva in nave insieme alla Coldiretti Sardegna alla volta di Cascia per soccorrere gli allevatori terremotati. Non un gesto di semplice e pur lodevole generosità, ma “Sa paradura”, ovvero l’espressione ancestrale della solidarietà nell'isola. La ricostituzione delle greggi perdute come atto di volontà fraterna che indica l'importanza dei rapporti e la gratuità delle relazioni. Il cuore e l’anima della Sardegna, insomma. Ecco, questi sono stati e sono ancora gli Istentales.
Oggi, dopo trent’anni, è tempo di raccontarsi e anche di guardare avanti. Allora un nuovo disco, anticipato da un video già in circolazione, un libro e poi un tour nelle piazze dell’isola, per abbracciare ancora una volta la propria gente.
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