Milano: pg, 'nessun elemento per pensare a incapacità di intendere e volere Pifferi'
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Milano, 10 feb. (Adnkronos) - "Non c'è nessun elemento che possa far pensare a una incapacità. Se l'uomo della strada può pensarlo per l'efferatezza del fatto, incomprensibile per il comune sentire - aver abbandonato la figlia per giorni -, non ogni delitto efferato si spiega con l'incapacità di intendere e volere". Lo afferma l'avvocato generale Lucilla Tontodonati, rappresentante della procura generale di Milano, nel processo d'appello che vede imputata Alessia Pifferi, condannata in primo grado all'ergastolo per l'omicidio della figlia Diana abbandonata per sei giorni e lasciata morire di stenti nell'estate 2022. Nell'udienza in cui si discute sul concedere o negare una nuova perizia psichiatrica, la pubblica accusa ricorda la lucidità dell'imputata nel rispondere davanti al giudice delle indagini preliminari, così come in aula, oltre che nelle risposte fornite al perito del tribunale il quale ha certificato che "non c'è nessuna incapacità cognitiva o disturbo della personalità che possa aver influito sulla capacità" della 38enne. Inoltre, la pubblica accusa sostiene la "totale irrilevanza" di alcune recenti lettere scritte in carcere dall'imputata - allegate al fascicolo dalla difesa - perché "anziché dimostrare un'incapacità o un difetto cognitivo potrebbero invece essere interpretate come un lucido disegno difensivo".