Mai più code al pronto soccorso, la ricetta della Regione: la rivoluzione parte da Nuoro
Si eviterà che pazienti non gravi intasino i reparti di emergenza urgenza
Nuoro Parte dal San Francesco di Nuoro la nuova sperimentazione sanitaria della giunta regionale guidata da Alessandra Todde. L’ospedale cittadino sarà il primo in Sardegna ad attivare il modello organizzativo “See and Treat”, pensato per ridurre le liste d’attesa nei Pronto soccorso attraverso la gestione da parte degli infermieri, dei codici minori. Secondo la delibera approvata dalla Giunta, su proposta dell’assessore della Sanità, Armando Bartolazzi, il progetto sarà circoscritto al San Francesco, dove nel 2023, su 28.910 accessi, i codici minori (bianco e verde) sono stati 17.916, pari al 62 per cento del totale. Di questo 62 per cento, sulla base del motivo di accesso in Pronto soccorso, sono stati individuati 3325 pazienti (circa il 16 per cento) che avrebbero potuto beneficiare del percorso “See and Treat”, con un notevole abbattimento dei tempi di attesa e di lavoro.
«La sperimentazione del “See and Treat” – ha spiegato l’assessore Bartolazzi – potrebbe rappresentare una soluzione concreta per migliorare l'efficienza gestionale e ridurre i tempi di attesa nei Pronto soccorso della Regione». Il modello organizzativo prevede che il paziente venga preso in carico, in un’area dedicata del Pronto soccorso, da un infermiere con una specifica formazione e seguendo protocolli predefiniti, consentendo così una gestione più rapida ed efficiente dei casi a bassa complessità.
Si tratterebbe di urgenze minori, o non urgenze, alle quali nella fase di triage è stata attribuita una codifica di urgenza minore.
Situazioni che possono essere gestite direttamente dagli infermieri, in autonomia, sostenuti da specifici protocolli sanitari aziendali e adeguata formazione, in grado di valutare, perciò, e di trattare e dimettere il paziente, previa condivisione con il medico. Questa modalità assistenziale non potrà essere adottata nell'approccio a sintomatologie che necessitano di approfondimenti specialistici, come dolori addominali, sintomi neurologici, problematiche cardiovascolari o respiratorie.
L’assessore ha sottolineato l'importanza di integrare il modello di gestione delle urgenze minori anche nel contesto sanitario della Sardegna, considerata la criticità del sovraffollamento ospedaliero. «Questo approccio – ha detto Bartolazzi – indicato nelle linee guida nazionali sul triage intraospedaliero del 2019, come strumento per ridurre il sovraffollamento nei Pronto soccorso, ha dimostrato la sua efficacia in diversi contesti sanitari nazionali e internazionali».
La delibera licenziata dalla giunta regionale prevede anche che debbano essere predisposte tutte le misure organizzative necessarie per mettere in atto il nuovo modello organizzativo, garantendo la presenza di personale adeguatamente formato e specifici protocolli medico predefiniti, approvati dalla Direzione sanitaria, per il trattamento di problemi clinici preventivamente individuati. Non solo, prevede di monitorare l'efficacia del percorso “See and Treat” con la raccolta di dati relativi ai tempi di attesa e agli esiti, e di trasmettere una relazione al termine di un periodo di un anno all’assessorato della Sanità per la valutazione di un’eventuale strutturazione definitiva del servizio.
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