La Nuova Sardegna

Olbia

Olbia, cantieri e hotel a Sa Testa. Sanciu: «Progetti così importanti vanno prima discussi»

SERENA LULLIA
La mappa con i 20 ettari destinati all'ampliamento della zona industriale, Fedele Sanciu e uno scorcio di quelle aree
La mappa con i 20 ettari destinati all'ampliamento della zona industriale, Fedele Sanciu e uno scorcio di quelle aree

Il rappresentante di Buddusò nel Cipnes: «Quando si toccano pezzi pregiati del territorio serve il massimo coinvolgimento»

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OLBIA. Cantieri nautici con vista sul faro di Isola Bocca, hotel di lusso e ville sul promontorio di Sa Testa alleggerito di ginepri, mirto e ulivi. L’idea del Consorzio industriale a gestione Sarti sembra una versione in scala ridotta del piano di lottizzazione del 2004 delle società Geogolf.  

Nel frattempo sono cambiati i proponenti. Oggi il Cipnes che ha “un’idea con basi concrete – secondo le parole del presidente Gianni Sarti – che va di pari passo con l’amministrazione: un polo turistico-ricettivo più cantieristica nautica leggera nella parte a mare». Allora il Comune, con sindaco sempre Settimo Nizzi, sostenuto da associazioni di categoria, sindacati e consorzio industriale, guidato da Francesco Sanciu.

17 anni fa si parlava di 200 ettari in zona F turistica, un hotel di lusso, campo da golf da 9 più 18 buche, club house, 94 lotti da 800 metri cubi ciascuno per realizzare ville. Progetto affossato dalle norme di salvaguardia dell’allora presidente Renato Soru.

Oggi gli ettari sono 20, un migliaio i metri lineari di costa, il resto arrampicato sul promontorio di Sa Testa. Obiettivo: un polo turistico ricettivo nautico. 

Nel Piano urbanistico quei terreni sono indicati come H, di massima tutela. Ma non appartengono più al Comune che li ha ceduti al Consorzio industriale con un accordo approvato dalla giunta all’unanimità. Meno liscio il voto al Cipnes con il rappresentante di Buddusò, Fedele Sanciu, che ha abbandonato la riunione. Non una contestazione sull'idea, ma sulle modalità. 

«La mia posizione - dice Sanciu - non può certo essere di chiusura verso un progetto di sviluppo, ma prima se ne deve parlare all’interno del Consorzio, con le associazioni di categoria, il consiglio comunale. Capisco i bisogni di sviluppo di una città che cresce ma devono essere compatibili con la salvaguardia ambientale e la pianificazione»......

L'intervista completa sul giornale in edicola e nella versione digitale

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