La Nuova Sardegna

Dunque Signor Segretario Generale del Partito Democratico Sardo Emanuele Cani, se alla sua mano tesa nei confronti dell’attuale Giunta, l’Assessore Nieddu risponde ringraziando, ma affermando che l’attuale situazione deficitaria dipende dalla vostra passata gestione, a Lei va bene? Le va bene che dopo un anno e passa di governo ancora ci si dichiari “appena arrivati”? Quanto dovrebbe durare un apprendistato secondo Lei? Se una legislatura dura cinque anni e per tutto il primo anno e passa ancora non si è riusciti ad imprimere una svolta in un certo settore secondo Lei va bene? Dove siete finiti Segretario generale del PD Sardo Emanuele Cani? La parola opposizione Le dice qualcosa? Qui vede non è in gioco il senso di responsabilità, ma la constatazione che, evidentemente, alla fine dei giochi vi aspettate, in un quadro di alternanza, di essere trattati con la stessa benevolenza. Avete perso le ultime elezioni regionali con lo stesso senso di mutua accondiscendenza che ora, Segretario Generale, la contraddistingue. Meritavate di perdere. Un’opposizione Segretario Cani, non è necessariamente ostativa, ma può essere, se responsabile, corroborata da fatti, obiettiva e diretta, assolutamente collaborativa.

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Ora è chiaro che l’attuale gestione dell’emergenza sanitaria in Sardegna è deficitaria da troppi punti di vista, ma Lei non sente il bisogno di progettare un tavolo trasversale, e super partes, per contribuire a risolverla; di lanciare e offrire una proposta alternativa per contribuire ad affrontarla; di giocare un ruolo attivo in questa importante partita. Niente di tutto questo. Lei reclama qualche spiegazione, asserendo che sarete pazienti per senso di responsabilità, ma che la pazienza non può durare per sempre. Quanto alla risposta, a doppio filo, dell’Assessore Nieddu, Lei semplicemente glissa. E glissa per lo stesso motivo per cui in campagna elettorale avete foraggiato l’esercito dei vostri avversari vergognandovi del lavoro fatto, riforma sanitaria in primis, anziché difendere le proprie conquiste, essere orgogliosi del lavoro svolto. Perché Segretario generale Cani l’elettore avrebbe dovuto credere a qualcosa a cui voi per primi non credevate?

Era chiaro che la partita del governo regionale si risolveva per voi come un gioco delle sedie in cui era necessario far sedere qualcuno ed escludere qualcun altro. Assicurati i posti chiave, i candidati fidati, i presidenti a vita, i satrapi locali, questa tornata elettorale si poteva anche perdere. E nonostante aveste messo in campo, o buttato nella mischia, il monumentale, e fragilissimo, Massimo Zedda, che, come il Mosé di Michelangelo, non pare avere la parola. Anche per lui va tutto bene? Anche lui pensa che la strategia più opportuna in questo momento sia stare a guardare con una blanda minaccia di reazione prima o poi? Dove siete finiti? Avete ceduto Cagliari per una manciata di voti lasciando che gli altri facessero strame di una buona amministrazione. Anche lì siete stati a guardare. Avete perso Sassari senza nemmeno un sussulto, riportando indietro di dieci anni almeno la macchina del tempo. Avete sacrificato due città per il vostro insensato silenzio. Ma che lavoro fate? Ma davvero, in coscienza, siete convinti di meritare il vostro lauto stipendio? Collaborare in questa nefasta situazione significherebbe quantificare e magari mutare il proprio grado di partecipazione in prospettiva. Magari decidere che è meglio ritornare cittadini comuni, che è un lavoro meno pagato, ma assai più faticoso del vostro.

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