L’Aga Khan si regala uno yacht da 250 milioni
L’Alamshar, appena consegnato da un cantiere britannico, è lungo 50 metri Ma non è abbastanza veloce da consentire al Principe di battere nuovi record
OLBIA. La velocità, il suo dio. Più della voglia di compiere imprese al limite del possibile (e la nascita della Costa Smeralda è stata una di queste), più del desiderio di fare del bene (e i suoi fondi Akdn ne fanno, nel Terzo Mondo), più (forse) della passione per la bella vita e le donne. I record da abbattere, gli avversari da battere, l’adrenalina da mettere in circolo: l’essenza della vita dell’Aga Khan, è lì, nella velocità, in un’altalena di grandi intuizioni e forti delusioni.
Che si tratti di auto, cavalli o yacht, Karim vuole essere sempre il primo sotto la bandiera a scacchi. Ma da uomo di sport - calciatore ad Harvard ai tempi dell’università, sciatore sotto la bandiera dell’Iran ai giochi invernali del 1962 - sa che la sconfitta è qualcosa da scacciare dai pensieri ma da mettere nel conto, a malincuore.
Perché a volte anche per lui, considerato un dio in terra dai fedeli ismailiti, ci sono delle cose non pianificabili. Per esempio la costruzione dello yacht che doveva essere il più veloce del mondo. Karim lo aveva ordinato nei primi anni Novanta, ai tempi dell’impresa del Destriero, il monoscafo messo in acqua insieme all’avvocato Agnelli e capace di stabilire il nuovo record di attraversata atlantica: 58 ore, 34 minuti e 50 secondi, alla velocità media di 53,09 nodi (98,323 km/h), tra New York e Bishop Rock (Inghilterra).
Ecco, Karim voleva qualcosa che superasse quel record, quelle prestazioni. Ne ordinò la costruzione ai cantieri britannici Norwegian Navy, oggi diventati Pratt and Whitney. Unica richiesta: quello yacht avrebbe dovuto raggiungere i 70 nodi. Una velocità pazzesca. Vent’anni dopo - come racconta con evidenza la stampa inglese, dal Sunday Times al Daily Mail - quel sogno è naufragato. Lo yacht è stato consegnato all’Aga Khan, in Inghilterra, al prezzo di 200 milioni di sterline (più o meno 250 milioni di euro), ma con una grave falla: la velocità massima che potrà sviluppare è di 45 nodi. Meno di quella del Destriero, troppo bassa per pensare di ripetere la sfida sull’Atlantico. Ci sono stati alcuni problemi meccanici, fanno sapere dal cantiere alla stampa. Ma, aggiungono le fonti, dallo yacht (lungo 50 metri) sono state eliminate tutte le vibrazioni meccaniche, ed è capace di contrastare alla grande gli effetti di rollio e beccheggio.
L’Aga Khan, riferisce l’edizione online del Daily mail, è arrivato in elicottero qualche giorno fa a Devon, sede del cantiere. Al momento, secondo il sito marinetraffic.com, lo yacht si trova in navigazione a largo delle coste francesi, forse diretto in Costa Smeralda, forse verso le Isole Vergini.
La nuova creatura dell’Aga Khan si chiama Alamshar e qui entra in gioco un’altra passione di Karim: quella per i cavalli. Alamshar è il nome di uno stallone vincente nei primi anni Duemila, e di sua proprietà. Così come l’altro suo yacht, lo Shergar, riprende il nome di un cavallo, rapito in Irlanda nel 1983 e mai più ritrovato. Un caso che fece scalpore, allora: perché quel cavallo era imbattibile.
Così come imbattibile, Karim, voleva essere su strada. Nel giugno del 1960, 6 mesi prima del suo primo sbarco in Sardegna, andò a Modena per comprarsi un’auto da corsa. Al cavallino della Ferrari, però, preferì il tridente della Maserati. Gli piaceva di più. Racconta un suo biografo, Paul Evan Ress: «Un giorno, a Chantilly, il giovane Karim viaggiava su una Maserati guidata dal suo autista, Lucien Lemouss, rallentata a 100 orari dietro una Ferrari più lenta. L’Aga Khan fece accostare l'autista, ne prese il posto alla guida e subito superò la Ferrari». Vincere, (quasi) sempre.
@guidopiga
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