La Nuova Sardegna

Siccità

Primo giorno a secco a Siniscola: «Qui è come nel terzo mondo»

di Alessandro Mele
Primo giorno a secco a Siniscola: «Qui è come nel terzo mondo»

I disagi dei cittadini di fronte alle restrizioni: «Ci sentiamo impotenti». I commercianti: «Rischiamo di chiudere, ci salvano le nostre cisterne»

21 ottobre 2024
3 MINUTI DI LETTURA





Inviato a Siniscola Nel cuore dell’Alta Baronia non piove da oltre un anno e mezzo e da ieri l’acqua, con Siniscola paese apri pista del cosiddetto “sistema Posada”, è chiusa a giorni alterni: 24 ore sì e le successive 24 no. Sono queste le contromisure contro i dispetti di Madre natura, utili a garantire il servizio idrico potabile anche per i mesi a venire. Questa l’ultima carta da giocare per preservare il goccio d’acqua rimasto dentro l’invaso polveroso e oramai inaridito del Maccheronis. Ma qui a Siniscola ormai con l’emergenza siccità e le ristrettezze idriche hanno imparato a conviverci come si convive con un coinquilino antipatico: sopporti, vai avanti e speri che prima o poi le cose migliorino.

«Impotenti» Le file chilometriche alle autobotti sono un lontano ricordo tra i siniscolesi. Esattamente come quelle alle fontane con i bidoni in mano. «Tanto correre non serve – dice tzia Maria Cossu, seduta sull’uscio di casa –, ormai sappiamo che l’acqua c’è, ma con il contagocce per tutti. Se me lo avessero detto quando ero bambina non ci avrei creduto che saremmo arrivati fino a questo punto – sorride –. Le “guerre dell’acqua” erano notizie del terzo mondo che sentivamo solo alla radio. Oggi, se continuiamo di questo passo, rischiamo di viverla anche qui. Ma non possiamo farci niente: siamo impotenti».

La clessidra Alle 14 il sole è alto nel centro storico di Siniscola, ma le attività di ristorazione e i bar vanno avanti, semi piene, ma con la clessidra tra le mani. «Anche se ormai facciamo finta di niente, viviamo disagi continui e stressanti – racconta Roberto Vargiu, dipendente in un bar del centro –. Siamo costretti a fare i conti con l’orario: se finisce l’acqua dentro i depositi personali, siamo obbligati a chiusure anticipate con gravi perdite di guadagni. Ma ormai le cisterne private sono l’unico strumento che ci consente di non chiudere bottega definitivamente».

Scelte da fare Se da un lato a Siniscola nessuno fa più le processioni della sete fino alle autobotti, dall’altro, tutti hanno imparato a scegliere quale acqua usare e per quale scopo.

«Anche l’uso dell’acqua che facciamo a casa è commisurato alla portate delle cisterne. Ovviamente questo vale solo per chi le possiede – Laura Melis cammina di fretta, deve assicurarsi di far fare la doccia a suo figlio Alberto che è appena uscito da scuola –. A casa mia stiamo cercando di ottimizzare il consumo. Ad esempio l’acqua per cucinare andiamo a prenderla alle fontane così come quella per poter lavare posate o piccole stoviglie. Adesso speriamo di non dover cominciare anche a lavare a mano il bucato. Rimaniamo molto preoccupati e in allerta».

In aula I bambini, per fortuna, le emergenze non le vivono in piena consapevolezza. Nelle scuole funziona tutto nella norma: «Menomale – dice Anna Secci, collaboratrice scolastica – almeno il diritto allo studio resta ancora garantito al di là dell’acqua».

Il paradosso Ironia della sorte, Siniscola è l’unico Comune del “sistema Posada” ad avere una buona parte di condotte Abbanoa sostituite e quindi a prova di pressione. «Oggi e domani l’acqua ci sarà – dice il sindaco Gian Luigi Farris –. I privati comunque stanno dando l’acqua dai loro pozzi e grazie a loro stiamo risolvendo le emergenze degli ammalati e delle mense scolastiche. Purtroppo dobbiamo ricordarci, senza lamentele, che non piove da un anno e mezzo. Negli ultimi mesi abbiamo prosciugato anche diversi nuovi pozzi per sopperire all’emergenza».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Primo piano
Siccità

Primo giorno a secco a Siniscola: «Qui è come nel terzo mondo»

di Alessandro Mele
Le nostre iniziative