La Nuova Sardegna

L’emergenza

Medici, infermieri, farmacisti: la grande crisi delle professioni sanitarie. Ecco quanti ne mancano all’appello

Medici, infermieri, farmacisti: la grande crisi delle professioni sanitarie. Ecco quanti ne mancano all’appello

In Sardegna entro il 2027 ci sarà una carenza di 2mila medici. Laureati in farmacia in calo del 20%

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Sassari Entro il 2027 in Italia mancheranno all’appello circa 30mila medici, di cui 2mila in Sardegna. Ancora di più gli infermieri, categoria penalizzata da un numero enorme di pensionamenti e di fuga verso l’estero. Una situazione di allarme che riguarda varie professioni sanitarie, evidenziata da alcune associazioni: Amsi (medici di origine straniera in Italia), Umem (Unione medica euromediterranea),  Aisc (Agenzia britannica internazionale informazione senza confini e il Movimento internazionale Uniti per Unire. «Stiamo assistendo a una vera e propria emergenza strutturale, una crisi che si sviluppa come un enorme grattacielo senza fondamenta che sta crollando su se stesso - dice Foad Aodi - Il sistema sanitario italiano è un gigante dai piedi di argilla, un sistema che rischia di implodere sotto il peso di un’organizzazione inefficiente e sottofinanziata".

Secondo le stime più recenti, dal 2026 al 2030 andranno in pensione 35.600 medici e 66.670 infermieri. Entro il 2027, il fabbisogno totale di medici in Italia sarà di circa 125.000 unità, mentre quello degli infermieri ammonta a circa 60mila.  Il fenomeno della fuga dei medici italiani verso l'estero è ormai una realtà incontestabile: il 70% degli specializzandi italiani dichiara di voler cercare opportunità lavorative all’estero. «La fuga dei medici italiani è il sintomo più evidente di una crisi che non viene affrontata da decenni. Medici malpagati, sottoposti a turni massacranti e spesso costretti a lavorare in condizioni di grande difficoltà - aggiunge Aodi - Inoltre non possiamo ignorare un paradosso ancora più grande: in Italia ci sono migliaia di medici di origine straniera, che sono qui da anni, perfettamente formati e pronti a lavorare. Tuttavia, il 60% di loro non ha la possibilità di partecipare ai concorsi pubblici, il 63% è costretto a lavorare nel settore privato o come liberi professionisti, e solo il 28% riesce ad accedere al servizio sanitario pubblico. Le politiche di reclutamento per i professionisti sanitari stranieri, inoltre, continuano a rimanere ingessate, nonostante le deroghe stabilite dal Decreto Cura Italia e dal Decreto Ucraina che estendono la possibilità di ingresso al sistema pubblico fino al 31 dicembre 2027»

E sta esplodendo anche il caso farmacisti: entro il 2029 ne potrebbero mancare circa 13.000. Secondo i dati Eurostat del 2022, l'Italia occupa il secondo posto in Europa per numero di farmacisti ogni 100.000 abitanti, con una stima di 135,6 professionisti. Tuttavia, nonostante questo alto numero, si registra una crescente difficoltà nel reperire farmacisti, con il 73% delle imprese che ha segnalato difficoltà nel 2023. Inoltre, il numero di laureati in farmacia è diminuito del 20% negli ultimi cinque anni,

Per rispondere in maniera adeguata a questa emergenza, «i nostri movimenti hanno lanciato un pacchetto di proposte urgenti e strutturali. E’ necessario adottare misure immediate per scongiurare il collasso del sistema sanitario pubblico», hanno sottolineato le associazioni internazionali facendo il confronto sempre con gli altri paesi . Per esempio: abrogazione delle barriere burocratiche per permettere ai medici stranieri di accedere ai concorsi pubblici, favorendo l’integrazione di professionisti qualificati, già formati in Italia, nel sistema sanitario nazionale. Aumento delle borse di specializzazione, con un focus sulle aree maggiormente carenti come area di emergenza, pronto soccorso, radiologia, anestesia, fisiatria, pediatria e ortopedia. Miglioramento delle condizioni salariali e lavorative: aumento degli stipendi e miglioramento delle condizioni di lavoro, con politiche che incentivino l’ingresso di giovani medici e professionisti sanitari nelle strutture pubbliche e nei servizi di base. Riforma del sistema di assunzioni, per favorire l'ingresso dei giovani medici, infermieri e fisioterapisti, ma anche l'adeguamento dei contratti di lavoro per ridurre il precariato e migliorare la stabilità occupazionale. 

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