Olbia, per le famiglie è allarme rosso: non si trovano case
Il mercato è bloccato
Olbia La situazione è da allarme rosso. E non solo per chi si trasferisce in città per motivi di lavoro o di studio. Perché ormai a non trovare casa, a Olbia, sono gli stessi olbiesi. Basta scorrere la bacheca di Facebook per imbattersi in una lunga serie di annunci digitati da chi rischia di restare senza un tetto sopra la testa. Una emergenza abitativa che ha raggiunto nel giro di pochi anni – e soprattutto dal periodo del Covid – livelli decisamente preoccupanti. In città non si trova quasi più nulla: poche case in vendita, comunque a prezzi sempre più alti, e soprattutto pochissime abitazioni in affitto per un periodo che non sia compreso tra l’autunno e la primavera. I proprietari delle case, dal centro alla periferia passando naturalmente per le frazioni di mare, preferiscono puntare sul mercato turistico, che vale a dire maggiori guadagni e meno rischi con eventuali inquilini morosi. È l’altra faccia di una città che cresce a vista d’occhio, sia dal punto di vista economico che demografico, e che guarda sempre più al turismo nazionale e internazionale.
Ed è così che a Olbia (63mila residenti ufficiali, mentre nel 2001 erano 45mila) è diventato difficilissimo trovare una sistemazione. A farne le spese in particolare le giovani coppie, le giovani famiglie e i single olbiesi, ma anche tutti coloro che hanno trovato un posto di lavoro in città. D’estate anche le aziende fanno una certa fatica ad assumere lavoratori stagionali proprio a causa dell’assenza di alloggi. Di conseguenza crescono i paesi più vicini, dove i prezzi delle case sono ancora contenuti. Qualche esempio: in un solo anno, cioè dal 2023 al 2024, il Comune di Loiri Porto San Paolo è passato da 3.785 a 3.842 residenti, quello di Monti da 2.360 a 2.394 e Telti da 2.246 a 2.268. In 25 anni Loiri ha addirittura raddoppiato il numero dei suoi abitanti. Paesi che si sono dovuti in qualche modo attrezzare per far fronte all’aumento dei residenti, individuando nuove aree per l’edilizia e aumentando i servizi a favore delle famiglie.
Discorso diverso per Golfo Aranci, visto che l’ex borgo dei pescatori è diventato una meta turistica sempre più riconosciuta. Le dinamiche sono simili a quelle olbiesi e così il Comune sta mettendo in campo diverse azioni (nuovi lotti e formula del rent to buy) per cercare di assicurare una casa alle giovani famiglie del paese. Olbia, invece, almeno per il momento sembra trovarsi in un vicolo cieco. La soluzione non è proprio dietro l’angolo, anche se il sindaco Settimo Nizzi, di recente intervistato sul tema, crede che la svolta sia prima o poi destinata ad arrivare. «Con la variante al Pai – aveva detto il primo cittadino – abbiamo liberato dai vincoli diversi chilometri quadrati di città. Significa che lì si potrà tornare a costruire. È fondamentale che, proprio alla luce della carenza di abitazioni, si torni ora a investire nel mattone. Saranno quindi realizzate nuove case. Una svolta che farà bene sia al mercato degli affitti che a quello delle vendite».