Nell’isola 600mila occupati, ma un terzo non ha un titolo di studio
Record di lavoratori, ma molti sono precari o hanno contratti part-time. La metà delle persone che cerca un impiego ha solo la licenza media
Sassari Si torna all’antico schema di quantità e qualità. Sul numero di occupati e potenziali tali, la Sardegna può sorridere. I numeri dicono che sono quasi 600mila tondi tondi i sardi con un contratto sottomano. Poi che sia a tempo indeterminato, stagionale o stage è un altro discorso. Dietro l’angolo c’è il dato che fa impressione: un terzo delle persone sopracitate non ha un titolo di studio o arriva massimo alla terza media. Di più: tra chi è a caccia, la metà è in questa situazione. Un bel freno alle ambizioni e alle opportunità nel mondo delle professioni.
Bassa istruzione Partiamo dal cerchio più ampio, quello delle persone che rappresentano le forze di lavoro dell’isola, cioè quelle occupate o disoccupate dai 15 anni in su secondo i dati Istat estratti a marzo 2025 dal portale della Regione sulle statistiche. Nel 2024, l’ultimo anno completo di riferimento, risultano 646mila forze di lavoro. La provincia più occupata o occupabile è quella di Sassari con 198mila persone. Fanalino di coda Oristano (61mila). Tra chi ha già un’occupazione e chi è in età, il campanello d’allarme è alla voce istruzione: ben 245mila persone nell’isola non hanno un titolo di studio o si fermano alla licenza elementare e media. Sono 257mila i diplomati e le diplomate, 143mila chi conta sulla laurea o su un percorso post-laurea. Tra i 54mila che negli ultimi mesi si sono attivati per cercare un mestiere, la metà (25mila) non ha un titolo di studio o conta sulle reminiscenze scolastiche di quando aveva 13 anni o giù di lì.
Record di occupati Dai sindacati regionali arrivano a dire che sì, «siamo nel momento di massima occupazione storica in Sardegna». Il dato dice 592mila occupati nel 2024, di cui 248mila femmine. Si tratta di 14mila lavoratori e lavoratrici in più in un anno e 26mila rispetto al 2022. La presenza maggiore è nella provincia di Sassari che comprendeva ancora la Gallura, con 185mila persone sotto contratto. Il tasso di occupazione isolano, 57,7% (cinque punti percentuali in più dal 2018), è lontano dalle vette del nord, in Trentino Alto Adige si arriva al 72,7%, ma va molto meglio rispetto al Mezzogiorno, dove la Calabria guarda a quota 44,8%. Alt: sotto l’etichetta rassicurante degli occupati rientrano anche fasce precarie e part-time. Per l’esattezza, anche persone che in una settimana hanno svolto anche solo un’ora di impiego, compresi coadiuvanti familiari non retribuiti. O ancora, lavoratori che al momento della rilevazione Istat risultavano assenti perché in ferie, con orario flessibile (part-time verticale, recupero ore), in malattia, in maternità-paternità, in formazione professionale retribuita dal datore di lavoro, oppure in congedo parentale e ricevono o hanno diritto a un reddito o a prestazioni legate al lavoro, indipendentemente dalla durata dell'assenza, oppure, sono assenti in quanto lavoratori stagionali.
Chi e dove Uffici, cantieri e studi in Sardegna sono pieni di 50enni e 60enni. La fascia più rappresentata è quella dai 50 ai 64 anni, dove si contano 236mila occupati. Pochi i giovani tra i 25 e i 34 anni, appena 86mila. Il settore che traina è il macrosettore dei servizi – commercio, trasporti, pubblica amministrazione, turismo, cultura – con 456mila lavoratori. Sono 136mila nell’agricoltura e 100mila nell’industria. Sulla tipologia di contratti, sono 456mila i dipendenti (di cui 371mila a tempo indeterminato, nel 2019 erano 336mila) e 150mila chi è impegnato in maniera indipendente.
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