La Nuova Sardegna

Il report

Nell’isola 600mila occupati, ma un terzo non ha un titolo di studio

di Paolo Ardovino
Nell’isola 600mila occupati, ma un terzo non ha un titolo di studio

Record di lavoratori, ma molti sono precari o hanno contratti part-time. La metà delle persone che cerca un impiego ha solo la licenza media

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Sassari Si torna all’antico schema di quantità e qualità. Sul numero di occupati e potenziali tali, la Sardegna può sorridere. I numeri dicono che sono quasi 600mila tondi tondi i sardi con un contratto sottomano. Poi che sia a tempo indeterminato, stagionale o stage è un altro discorso. Dietro l’angolo c’è il dato che fa impressione: un terzo delle persone sopracitate non ha un titolo di studio o arriva massimo alla terza media. Di più: tra chi è a caccia, la metà è in questa situazione. Un bel freno alle ambizioni e alle opportunità nel mondo delle professioni.

Bassa istruzione Partiamo dal cerchio più ampio, quello delle persone che rappresentano le forze di lavoro dell’isola, cioè quelle occupate o disoccupate dai 15 anni in su secondo i dati Istat estratti a marzo 2025 dal portale della Regione sulle statistiche. Nel 2024, l’ultimo anno completo di riferimento, risultano 646mila forze di lavoro. La provincia più occupata o occupabile è quella di Sassari con 198mila persone. Fanalino di coda Oristano (61mila). Tra chi ha già un’occupazione e chi è in età, il campanello d’allarme è alla voce istruzione: ben 245mila persone nell’isola non hanno un titolo di studio o si fermano alla licenza elementare e media. Sono 257mila i diplomati e le diplomate, 143mila chi conta sulla laurea o su un percorso post-laurea. Tra i 54mila che negli ultimi mesi si sono attivati per cercare un mestiere, la metà (25mila) non ha un titolo di studio o conta sulle reminiscenze scolastiche di quando aveva 13 anni o giù di lì.

Record di occupati Dai sindacati regionali arrivano a dire che sì, «siamo nel momento di massima occupazione storica in Sardegna». Il dato dice 592mila occupati nel 2024, di cui 248mila femmine. Si tratta di 14mila lavoratori e lavoratrici in più in un anno e 26mila rispetto al 2022. La presenza maggiore è nella provincia di Sassari che comprendeva ancora la Gallura, con 185mila persone sotto contratto. Il tasso di occupazione isolano, 57,7% (cinque punti percentuali in più dal 2018), è lontano dalle vette del nord, in Trentino Alto Adige si arriva al 72,7%, ma va molto meglio rispetto al Mezzogiorno, dove la Calabria guarda a quota 44,8%. Alt: sotto l’etichetta rassicurante degli occupati rientrano anche fasce precarie e part-time. Per l’esattezza, anche persone che in una settimana hanno svolto anche solo un’ora di impiego, compresi coadiuvanti familiari non retribuiti. O ancora, lavoratori che al momento della rilevazione Istat risultavano assenti perché in ferie, con orario flessibile (part-time verticale, recupero ore), in malattia, in maternità-paternità, in formazione professionale retribuita dal datore di lavoro, oppure in congedo parentale e ricevono o hanno diritto a un reddito o a prestazioni legate al lavoro, indipendentemente dalla durata dell'assenza, oppure, sono assenti in quanto lavoratori stagionali.

Chi e dove Uffici, cantieri e studi in Sardegna sono pieni di 50enni e 60enni. La fascia più rappresentata è quella dai 50 ai 64 anni, dove si contano 236mila occupati. Pochi i giovani tra i 25 e i 34 anni, appena 86mila. Il settore che traina è il macrosettore dei servizi – commercio, trasporti, pubblica amministrazione, turismo, cultura – con 456mila lavoratori. Sono 136mila nell’agricoltura e 100mila nell’industria. Sulla tipologia di contratti, sono 456mila i dipendenti (di cui 371mila a tempo indeterminato, nel 2019 erano 336mila) e 150mila chi è impegnato in maniera indipendente.

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