Protocollo contro i superbatteri, via libera all’uso dei farmaci per le infezioni resistenti
Infettivologi, farmacisti e microbiologi faranno squadra con la Regione
Sassari A suo modo è un evento storico. Per la prima volta, riuniti nella sala conferenze dell’Hotel Carlo Felice, infettivologi, microbiologi, direttori dei laboratori, farmacisti ospedalieri e referenti della Sanità regionale per parlare di Antimicrobial Stewardship. Sul tavolo un tema cruciale nella gestione delle infezioni gravi: l’uso dei farmaci off-label. Dove per “off-label” si intendono quei medicinali utilizzati al di fuori delle indicazioni autorizzate dalla scheda tecnica, ma supportati da evidenze scientifiche consolidate. Nella pratica clinica, soprattutto in ambito infettivologico, questa modalità è spesso necessaria per offrire ai pazienti le cure migliori, in presenza di batteri multiresistenti o infezioni complesse come le endocarditi. Solo a Sassari, per fare un esempio, c’è una situazione epidemiologica, sul fronte endocarditi, che non si vedeva da 40 anni. Tuttavia, le attuali procedure per autorizzare l’uso fuori dalla registrazione in scheda tecnica, sono troppo lente e frammentate, con il rischio di compromettere l’efficacia del trattamento. Spesso gli infettivologi devono gestire patologie tempo dipendenti, dove un giorno di ritardo può compromettere le chance di guarigione. Per questo motivo, il convegno ha avuto come obiettivo la costruzione di una rete regionale condivisa che possa rendere più semplice, veloce e sicuro l’accesso a questi farmaci salvavita. In Sardegna, come altrove, si è registrato un aumento delle infezioni gravi e resistenti, spesso difficili da trattare con antibiotici tradizionali.
I farmaci off-label rappresentano una risorsa fondamentale in queste situazioni, ma l’iter per ottenerli non è codificato e standardizzato per tutte le aziende sanitarie regionali. È quindi urgente dotarsi di un sistema più snello, uniforme e basato su protocolli condivisi, che garantisca ai pazienti tempi di risposta adeguati. Il problema è che ogni utilizzo off-label richiede un’autorizzazione formale, anche per farmaci con utilizzo consolidato e riconosciuto in letteratura. La farmacia ospedaliera dell’Aou di Sassari, pur non avendo un protocollo aziendale approvato per velocizzare l’iter, ha come indicazione quella di assecondare le richieste di farmaci dell’infettivologo, per poi regolarizzare la procedura a posteriori, principalmente per giustificare le spese. E a proposito di costi, spesso si guarda solo al costo del farmaco, senza considerare che un antibiotico moderno può ridurre i giorni di ricovero, migliorare l’esito clinico e abbattere l’esborso complessivo per il sistema sanitario. I clinici propongono un sistema unico, valido per tutta la Sardegna, in cui infettivologi, microbiologi e farmacisti possano decidere insieme, fin dall’inizio, il trattamento più appropriato. Le evidenze scientifiche che giustificano l’uso off-label saranno inserite preventivamente in un sistema informatico regionale. In questo modo, la prescrizione sarà già autorizzata per indicazioni cliniche specifiche e validate. Inoltre la finalità della rete sarebbe quella di autorizzare in modo permanente l’uso di alcuni farmaci off-label in determinati contesti clinici, senza dover ripetere l’intera procedura per ogni singolo paziente. Gli ospedali dovrebbero avere scorte dedicate di antibiotici innovativi, da usare nei casi urgenti.
Altra criticità: il farmacista entra spesso solo alla fine del processo decisionale sull’utilizzo off-label, senza una reale condivisione con clinici e microbiologi. Invece i farmacisti ospedalieri dovrebbero entrare a far parte dei team di Antimicrobial Stewardship, lavorando fianco a fianco con i medici. A Nuoro, per esempio, in mancanza di linee guida, è stato attivato un modello integrato che prevede il confronto quotidiano tra farmacisti, infettivologi e microbiologi.
Il convegno ha confermato un’ampia convergenza di intenti tra clinici, tecnici e istituzioni. Tutti riconoscono la necessità di superare l’attuale impasse burocratico e costruire un sistema regionale efficiente e uniforme. Gli obiettivi sono chiari: garantire l’equità di accesso alle terapie avanzate, anche nei piccoli ospedali. La Sardegna aspira a diventare un modello nazionale di innovazione nella gestione dell’antibioticoterapia, con un sistema che mette al centro il paziente, la rapidità e la qualità delle cure.