La Nuova Sardegna

Sassari

Csl, tsunami da 2 milioni sulla Provincia

di Paoletta Farina
Csl, tsunami da 2 milioni sulla Provincia

L’Ufficio del Lavoro sanziona presidente e cinque dirigenti: i precari assunti a progetto svolgevano mansioni da dipendenti

01 marzo 2013
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SASSARI. Il caso Csl si abbatte come uno tsunami sulla Provincia guidata da Alessandra Giudici e potrebbe travolgere altre amministrazioni sarde. La direzione territoriale del Lavoro ha stabilito che i 38 precari da sette anni in servizio come co.co.pro (e cioè a progetto) hanno in realtà sempre svolto mansioni da dipendenti e come tali dovevano essere retribuiti. Quindi la prima tegola: la presidente e i dirigenti del settore Lavoro che avevano firmato i contratti di assunzione in quell’arco di tempo (Marcello Zuddas, Giuseppina Lugliè, Giovanni Guido, Giovanni Antonio Solinas e Giovanni Milia) sono stati sanzionati in solido per 125mila euro( e dovranno saldare entro trenta giorni diversamente la sanzione raddoppierà). La seconda: la Provincia dovrà pagare all’Inps contributi non versati per un totale di 1 milione 800mila euro. E c’è anche una seconda sanzione, non rilevante quanto alla somma,che è di soli 2500 euro, ma attraverso la quale è stato censurato l’atteggiamento assolutamente non collaborativo degli uffici del palazzo di piazza d’Italia di fronte alla richiesta di documentazione da parte degli ispettori della direzione del Lavoro. Atteggiamento che ha causato la contestazione di “ostacolo alle indagini” e la susseguente “multa”.

Per i 38 precari dei Centri servizi per il lavoro una vittoria che li ripaga di amarezze e sacrifici, denunciati nelle numerose azioni di protesta intraprese come il lungo presidio in piazza d’Italia e le simboliche occupazioni del Palazzo della Provincia. La loro vertenza è allo stesso paradossale ed emblematica di quanto sia grave il problema occupazione nel Paese. Assunti per aiutare i disoccupati a reinserirsi, si sono ritrovati a loro volta in quella scomoda posizione. Ad aprile scorso il «licenziamento» definitivo. La Provincia non aveva prorogato il contratto, unica nell’isola, a causa anche del caos normativo che regnava e del mancato trasferimento di risorse da parte della Regione. A fine dicembre una legge regionale aveva stanziato i fondi necessari agli enti locali per la prosecuzione dell’attività, seppure in maniera provvisoria. La giunta Giudici aveva però adottato un comportamento prudente, anche alla luce di autorevoli pareri giuridici, sulla loro riassunzione.

Risultato: stanchi di non ottenere risposte dalla politica, gli ex dipendenti del Csl hanno deciso di percorrere altre strade. Si sono rivolti alla magistratura e all’ufficio provinciale del Lavoro. Sono partiti gli accertamenti, non senza difficoltà vista la scarsa partecipazione offerta, ma alla fine gli ispettori di via Lelio Basso sono riusciti a raccogliere un dossier che taglia la testa al toro e che potrà essere estremamente utile davanti al giudice del lavoro. Altro che collaborazione a progetto, i 38 precari di fatto hanno sempre svolto un’attività di tipo subordinato. Prendevano ordini da un dirigente, avevano un rigido orario di lavoro e dovevano firmare il foglio di presenza, le loro mansioni coincidevano con quelle dei colleghi dipendenti. Tutto il contrario del lavoro a progetto che prevede la piena autonomia del titolare. Ma soprattutto, nel caso dei Csl, manca il “progetto” individuato in maniera chiara e circoscritto a un obiettivo.

Nel caso le stesse violazioni fossero state commesse da un datore di lavoro privato, l’assunzione definitiva sarebbe già in tasca. Nel caso della pubblica amministrazione invece, è legata a un concorso, ma gli ex Csl ora hanno titolo anche per chiedere un risarcimento danni, che può essere pari a diverse mensilità di stipendio.

Il fatto è che con l’assunzione di co.co.pro si può godere di agevolazioni contributive, quindi nelle amministrazioni pubbliche se ne abusa. Finchè non ci mettono lo zampino i controlli del ministero del Lavoro. Sollecitati dalla segnalazione dei lavoratori, indispensabile perchè possa mettersi in moto la macchina degli accertamenti.

In tutta la Sardegna sono 360 i dipendenti dei Csl con situazioni diverse. A Nuoro, ad esempio, l’amministrazione provinciale, dopo una prima fase, ha assunto i dipendenti con contratti a tempo determinato rinnovandoli via via. Ora, con il precedente aperto dalla Direzione territoriale del Lavoro, altri precari di enti pubblici potrebbero decidere di intraprendere questa strada. Una valanga di sanzioni potrebbe arrivare anche altrove.

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