Case di cura abusive, processo rinviato ai primi di novembre
SASSARI. È stato rinviato al prossimo 8 novembre il processo a carico di 13 persone accusate di una serie di reati che vanno dall’abuso di ufficio all’esercizio abusivo della professione, dal falso...
SASSARI. È stato rinviato al prossimo 8 novembre il processo a carico di 13 persone accusate di una serie di reati che vanno dall’abuso di ufficio all’esercizio abusivo della professione, dal falso ideologico all’abbandono di incapaci, dalla truffa al favoreggiamento. Un’inchiesta nata nel 2010 sulle presenza di due case di cura psichiatriche abusive in via Nizza e via Savoia. Una tesi contestata da subito dal collegio della difesa: quelle non erano case di cura, ma il progetto di recupero di nove soggetti parzialmente autosufficienti, che avevano appena concluso un ciclo di terapie mediche, progetto concordato con l’allora Centro di igiene mentale. I 13 imputati sono l'ex responsabile del Centro di salute mentale Asl Antonello Pittalis e dei colleghi psichiatri Fabio Mario Fara, Maria Elena Lentinu e Maria Angela Marras (tutti assistiti dagli avvocati Elias Vacca e Nicola Satta), la presidente della cooperativa Pitzinnos, Silvia Pilia (assistita da Pasqualino Federici), l'assistente sociale del Centro di salute mentale Rina Cadau (difesa da Gianuario Mugoni) e il collaboratore professionale Asl Alessandro Riccio. Nell'inchiesta erano finiti anche i dipendenti della coop: Maria Luisa Quinzio (difesa da Pierluigi Carta), Sabrina Gadau (assistita da Costantino Biello), Giovanna Marongiu (difesa dall'avvocato Vittorio Delogu), Giovanna Angela Pes (con l'avvocato Federici), Vincenza Flores, Annamaria Maniga (difesa da Carta), Maria Annunziata Solinas (tutelata da Salvatorica Cadau Ena e Francesca Vittoria Ena) e ancora Marisa Pani.
Ieri sono stati sentiti i testimoni dell’accusa sostenuta dal pubblico ministero Giovanni Porcheddu, testimoni che secondo la difesa avrebbero però confernato che quelle non erano case di cura abusive, ma semplici appartamenti abitati da nove persone inserite in un progetto di reinserimento, percorso inserito nel piano sanitario dall’allora assessore regionale Nerina Dirindi, chiamata testimoniare in una delle prossime udienze.