L’enologo pluripremiato Andrea Pala: «Bisogna avere il coraggio di sperimentare»
Al Vinitaly debutta la sua ultima intuizione, il vino interregionale Marismas con uve della Maremma toscana e della Gallura
Luras Inventiva, fantasia, competenza e – elemento non secondario – la stima degli esperti del settore guadagnata sul campo. Ce n’è abbastanza per porsi con coraggio e convinzione in un percorso che punta in maniera decisa verso l’innovazione. La Sardegna dell’enologia prova a evolversi senza voltare le spalle alla tradizione. Così, tra le novità che verranno presentate ufficialmente a Vinitaly c’è anche Marismas, frutto dell’ultima intuizione di Andrea Pala. L’enologo di Luras, tra i più quotati a livello nazionale, ha infatti firmato il primo vino “interregionale” realizzato con uve della Maremma Toscana e della Gallura. Un nuovo progetto realizzato con l’imprenditore Paolo Bernabei e la Cantina Guido F. Fendi, che ha prodotto l’etichetta. «Un nuovo modo di fare il vino, dentro i territori ma oltre i propri confini». È questo lo slogan scelto per il lancio del prodotto, che Andrea Pala spiega così: «Un’etichetta unica – dice – perché si tratta di un vino bianco realizzato con uve che provengono direttamente da vitigni coltivati in Sardegna, precisamente in Gallura, e in Toscana, in quella Maremma dove è stato anche imbottigliato, proprio dall’azienda Fendi. Abbiamo pensato di creare un ponte tra le due regioni che sfrutta la storia, la tradizione e soprattutto l’identità del vermentino le cui uve sono state sapientemente unite per realizzare un’etichetta prestigiosa che richiama la forza di due territori apparentemente lontani ma anche incredibilmente vicini».
Guido Fendi, Paolo Bernabei (tra le sue attività le Enoteche Bernabei, punti di riferimento di Roma e tra le più conosciute in Italia), insieme ad Andrea Pala, con Marismas hanno dunque sviluppato un nuovo modo di fare il vino: dentro i territori ma oltre i propri confini. «Un vino bianco che ha il sapore dell’amicizia tra i protagonisti di questa storia che unisce tradizione e innovazione. Non si tratta di un semplice esperimento enologico ma il risultato di una profonda ricerca che ho svolto tra la mia terra, la Sardegna, e la Toscana, dove da tempo ho modo di lavorare e collaborare a vari progetti. Abbiamo messo in pratica le più efficaci tecniche di vinificazione con l’ausilio della tecnologia più avanzata. Ci lavoravamo da qualche anno – racconta l’enologo lurese – e ora abbiamo la certezza di avere raggiunto un livello qualitativo adeguato. Marismas è un vino mediterraneo che guarda con ambizione sia al mercato italiano sia ai mercati esteri, a partire da quelli europei e americani».
Il tema dell’innovazione e della sperimentazione ricorre sempre più spesso nelle produzioni isolane, e Pala ne è buon testimone. «In generale mi sento di dire che in Sardegna si sta lavorando molto bene – assicura –. Stiamo portando i nostri vini anche in mercati che prima erano difficili da raggiungere o appannaggio di pochi produttori. Ora invece, soprattutto grazie a giovani, donne e aziende nuove, la nostra presenza nei mercati si sta facendo sempre più significativa. Molti hanno capito che si può fare innovazioni pur mantenendo le proprie radici. Siamo un’isola, abbiamo soltanto l’1% di produzione a livello nazionale. Se vogliamo ambire a “internazionalizzare” i nostri vini, non possiamo fare a meno di innovarci, provare a uscire dagli schemi, pur continuando a raccontare il nostro territorio. A volte si sbaglia, non tutto piace, ma secondo me è questa la strada da percorrere».
Negli ultimi anni Pala ha scelto questo percorso anche per creare il vermentino Docg di Gallura, Donna Ma’, che nasce a pochi passi dalle spiagge dell’isola di Culuccia. «Un prodotto che matura e prende corpo nei fondali del nord Sardegna, da acini d’uva selezionati per poi essere immersi nelle acque della peschiera dell’azienda agricola, su nasse utilizzate per coltivare le ostriche». Innovazione, tradizione, e ovviamente qualità: non a caso questo prodotto è salito sul podio dei bianchi italiani nell’edizione 2024 del prestigioso annuario “I Migliori Vini Italiani di Luca Maroni”.