La sfida di Nicola De Agostini: dal mercato del pesce al market vegano
Dopo anni nel commercio a Cagliari ha cambiato vita per seguire i suoi ideali e aperto Sardegna Veg dove promuove un’alimentazione etica e sostenibile
Non ha aperto bottega, anzi market, così per caso. È stata una scelta nata dal profondo dell’anima. Il nome della sua attività, ingresso bianco e verde, tante piante ad accogliere i clienti, fa capire tutto al volo: Sardegna veg. Prodotti alimentari non derivati da uccisione o sfruttamento degli animali. Per quindici anni ha trattato, pulito, venduto pesce al mercato San Benedetto. «A un certo punto non vedevo più cibo, ma vedevo sofferenza. E continuo a vedere sofferenza in tutto, animali e derivati».
Nicola De Agostini, cagliaritano di Stampace, è diventato vegano cinque anni fa. Per tre ha resistito sui banchi del pesce di via Cocco Ortu. Ha aspettato un po’, forse per capire meglio, combattuto se mollare o no una attività che consentiva comunque un guadagno sicuro. Poi ha deciso: cambio lavoro. E da due anni ha aperto, proprio nel suo quartiere, al numero 353 del corso Vittorio Emanuele. È il primo market in Sardegna di questo genere.
Lo spiega subito: «Il mio è attivismo: vendo, parlo anche, naturalmente con chi vuole parlare. Io ho continuato da vegano tre anni al mercato , poi alla fine non ce l'ho più fatta, ho detto basta. Per essere coerente con me stesso, ho detto: cambio e proviamo quello in cui credo. Cerco di far capire che si può vivere benissimo senza uccidere e senza sfruttare nessuno».
In una lavagnetta in fondo al market una scritta firmata Leonardo Da Vinci: «Il mio corpo non sarà una tomba per altre creature». E ancora: «Verrà un giorno in cui considereremo l’uccisione e l’abuso di un animale allo stesso modo con cui consideriamo oggi quella di un essere umano», altra citazione dall’autore di Monna Lisa. Non solo attivismo: quello che si vede al Sardegna veg mette voglia di fare un po’ di spesa. «Gli articoli che vanno di più sono più che altro i formaggi perché adesso hanno fatto proprio una cosa pazzesca: trovi l'alternativa a tutti i tipi di formaggi. Anche ripresi in tema sardo: c'è un'azienda sarda, che è il primo caseificio vegan: si chiama Veghu, sono fortissimi e seri, hanno il caseificio vegano a Bidonì».
Un pranzo tutto vegano? «Allora, io inizierei con un tagliere, magari con vari formaggi, ce ne sono anche che ricordano il pecorino. Poi, posso anche consigliare qualche insaccato, perché ce ne sono veramente pazzeschi. Sono fatti a base di glutine. E poi si gioca con le spezie». Poi il primo. «Si può fare la pasta anche semplicemente con il ragù vegetale a base di soia disidratata: esce un ragù perfetto che se lo fai provare a un non vegano non se ne accorge che non è carne». Il secondo in teoria dovrebbe essere il piatto più problematico. «Ma adesso no- spiega- ci sono burger, salsicce, puoi fare lo spezzatino, c'è il tofu. C’è veramente tanta roba».
E siamo al dolce. «Si possono fare tutti i dolci possibili come se ci fossero latte o uova, ma senza latte e uova. Ho molte varietà di snack, barrette, preparati per torte, waffles. Ci sono anche i savoiardi». Aziende sarde? Per ora no: «Questo è l'unico market 100% vegan in Sardegna e a Bidonì c’è l'unico caseificio vegan in Sardegna». Fuori dall’isola? «A Milano e Roma, ci sono market vegan: sono piazze più grandi, chiaramente è un po' più facile lì, c'è molta più gente».
A Cagliari come sta andando? «Tra i clienti ci sono molti vegani, molti vegetariani. Ma anche non vegani. Ma anche molti curiosi oppure intolleranti al lattosio. Cagliari è una piazza che, diciamo, si sta svegliando. Mi fa piacere quando qui vengono anche i non vegani: quello è il mio intento. L’alimentazione vegana è in crescita in tutto il mondo: stanno crescendo informazione e consapevolezza».