Emergenza idrica infinita, grido d’allarme dei sindaci: «Ora non lasciateci soli»
Daniela Falconi (Fonni): «Situazione critica nonostante la pioggia. Non possiamo pensare di aprire a singhiozzo scuole e ambulatori»
Sassari «Oggi l’acqua c’è e siamo pronti a fare la nostra parte quando sarà necessario razionarla. Ma ognuno deve farla, anche le istituzioni e l’ente idrico. Perché l’umore tra la gente non è dei migliori». Lo sguardo speranzoso è rivolto verso il cielo, che in questi giorni si è ricordato di mandare giù acqua in abbondanza un po’ su tutta la Sardegna; le antenne però sono orientate verso la realtà raccontata dai dati e le comunicazioni ufficiali che arrivano dagli uffici della Regione. Per i sindaci delle zone più colpite dall’emergenza idrica il 2025 è iniziato con diverse cattive notizie: la prima è che la pioggia, dopo essersi fatta attendere per mesi, al momento è ben lontana dal poter rimpinguare il livello di bacini ormai quasi a secco. La seconda, proveniente dal recente tavolo di crisi che ha coinvolto Abbanoa, è la mannaia del razionamento pronta a calare dal 27 gennaio in una ventina di comuni del Nuorese (capoluogo compreso) e del centro dell’isola. Misure estreme che prevedono un’erogazione alternata di 24 ore di apertura seguite da 24 di chiusura.
«Siamo reduci da una giornata di pioggia ed è normale che questo porti un po’ di speranza – dice Daniela Falconi, sindaca di Fonni – ma il nostro comune è ricco di fonti e questo rappresenta una beffa: siamo un po’ il paese dell’acqua, e ci ritroviamo nella condizione di rischiare di trovarci con l’acqua razionata nel giro di poche settimane. Se noi siamo così, non oso pensare cosa debbano affrontare i colleghi sindaci che si trovano in zone davvero siccitose. Insomma, stiamo col naso all’insù nella speranza che l’emergenza venga scongiurata, ma siamo anche concretamente al lavoro per attrezzarci ad affrontare qualsiasi situazione». Cosa possono fare i comuni? «Con il supporto della Protezione civile, stiamo facendo in modo che gli edifici pubblici vengano dotati di serbatoi e autoclavi – spiega la prima cittadina di Fonni –, non possiamo neppure pensare alla possibilità di dover chiudere un giorno e un giorno no scuole, attività commerciali, ambulatori, caserme e tutto il resto. Paghiamo anni di interventi necessari non eseguiti, perdite e sprechi, l’impossibilità per la diga di Golossai di raggiungere la massima portata. Anche il clima in paese non è dei migliori, c’è rabbia anche perché per tutta la scorsa estate abbiamo assistito impotenti a grosse perdite non riparate. Il razionamento idrico sarebbe una beffa».
«Noi come amministrazione e tutti i cittadini sono pronti a fare la propria parte per risparmiare l’acqua – dicono Sebastiano Congiu, sindaco di Oliena, e Angela Testone, prima cittadina di Dorgali –, però la gente si aspetta che anche il gestore della risorsa idrica faccia lo stesso». Al momento Oliena e Dorgali non sono a rischio restrizioni. «Pur trovandoci nell’ambito dello stesso bacino di altri centri della zona, le nostre condotte vengono approvvigionate da Su Gologone. In ogni caso siamo preoccupati proprio come gli altri e stiamo cercando di sensibilizzare le persone a un utilizzo consapevole e giudizioso dell’acqua. Non possiamo permetterci di far aprire attività e uffici a singhiozzo, ma chiediamo supporto per affrontare le emergenze. Ognuno faccia la sua parte». «Noi siamo davvero preoccupati – aggiunge Testone –, anche perché il nostro comune in estate passa da 8 mila a 30-40 mila persone. Devo riconoscere alla Regione un approccio nuovo e positivo con il coinvolgimento di tutti i sindaci, ma servono procedure d’emergenza e un percorso preferenziale anche per la realizzazione degli interventi. Perché con la burocrazia non si possono attendere anni per la realizzazione di un semplice vascone».
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